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Nuove regole per le supplenze: scuole a rischio paralisi

La nota ministeriale del 22 ottobre, per ora, è stata indirizzata ai direttori regionali, ma quando arriverà nelle scuole le conseguenze potrebbero essere devastanti: ci riferiamo al chiarimento del Miur sulla nomina dei supplenti per coprire supplenze annuali o temporanee e alla quale d’ora in poi i dirigenti scolastici dovranno attenersi.
In sostanza la regola è questa: per coprire qualunque tipo di supplenza la scuola dovrà fare riferimento innanzitutto alla propria graduatoria di prima fascia e, in subordine, alle graduatorie delle altre istituzioni scolastiche della provincia; solo successivamente si potrà attingere alle proprie graduatorie di II e III fascia.
Il chiarimento ministeriale viene incontro all’esigenza – sostenuta anche dalle organizzazioni sindacali – di offrire ai docenti precari meglio collocati in graduatoria (e cioè quelli inseriti nella prima fascia) un più ampio ventaglio di possibili incarichi.
In realtà è difficile dire se lo scopo verrà davvero raggiunto, soprattutto nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria dove tra l’altro – molto spesso – è assolutamente indispensabile garantire la copertura delle assenze in tempi rapidissimi.
Basti pensare alle centinaia e centinaia di scuole dell’infanzia funzionanti con una sola sezione dove è necessario garantire la continuità del servizio, oltre che la sicurezza dei bambini.
Naturalmente il mancato scorrimento delle graduatorie delle scuole della provincia (a Torino, Roma, Milano e Napoli sono centinaia!) potrebbe determinare qualche forma di responsabilità per il dirigente scolastico il quale – visti i tempi che corrono – potrebbe ritrovarsi coinvolto in una causa di lavoro.
L’aspetto paradossale della vicenda è che i sindacati (o almeno quelli confederali, che finora si sono pronunciati) non sembrano per niente soddisfatti della soluzione.
Cgil-FLC, per esempio, lascia intendere che una soluzione analoga va trovata anche per l’attribuzione degli spezzoni orari, mentre Cislscuola contesta il fatto che la nota ministeriale non prevede la revoca degli incarichi su posti di sostegno attribuiti a insegnanti non specializzati di seconda e terza fascia.
I confederali sembrano insomma sempre più impegnati a perseguire una politica del "+ 1", basata appunto sulla regola che bisogna sempre fare una richiesta in più rispetto al risultato raggiunto.
E intanto le scuole rischiano il collasso e sono costrette a lavorare trascurando del tutto i criteri di efficacia ed efficienza che pure dovrebbero essere alla base dell’azione amministrativa: per la copertura delle supplenze temporanee nelle segreterie dei circoli didattici bisognerà mettere in piedi una vera e propria task-force; ci vorrà una mattinata di lavoro (e forse di più) per coprire un posto libero per due giorni!
Sarebbe interessante sapere cosa ne pensa la Corte dei Conti.
Ma forse, per evitare tutte queste difficoltà, si faranno meno nomine e si ricorrerà alla "flessibilità organizzativa": la qualità del servizio peggiorerà di certo e i precari lavoreranno tutti di meno.

Reginaldo Palermo

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