Categorie: Riforme

Nuove superiori, il parere “sospeso” del CdS dà vigore ai sindacati

Flc-Cgil, Gilda e Cobas non si fanno attendere e al primo giorno utile, dopo lo stop del Consiglio di Stato sulla riforma della scuola superiore, inviano forti segnali per chiederne il rinvio al 2011.
Domenico Pantaleo, segretario della Flc-Cgil, sostiene che il parere dei giudici di secondo grado della giustizia amministrativa conferma che le nostre osservazioni fortemente critiche erano più che fondate: ribadiamo ora con maggior forza che è il caso di fermarsi, rinviando di un anno l’entrata in vigore dei regolamenti“.
I lavoratori della conoscenza fanno notare che le perplessità del Consiglio di Stato si aggiungono alle critiche del Cnpi e della Conferenza delle Regioni, che aveva subordinato l’entrata in vigore della riforma a correzioni corpose. Per il segretario dalla Flc-Cgil, che annuncia anche di continuare la mobilitazione anche dopo lo sciopero di venerdì scorso, è giunta l’ora di ascoltare le ragioni di quanti non hanno condiviso merito e metodo del riordino della scuola secondaria superiore.
Le ragioni, del resto, sarebbero così rilevanti da indurre il Consiglio di Stato a sospendere le valutazioni di rito e chiedere “che il Ministero dell’istruzione fornisca i chiarimenti richiesti” poiché “non è chiaro se il testo predisposto si mantenga nei limiti della delega”.
Concorde con i giudici di secondo grado è anche Rino Di Meglio, coordinatore della Gilda degli Insegnanti, che accoglie con soddisfazione il parere negativo espresso dalla magistratura amministrativa: “lo stop imposto dal Consiglio di Stato sui regolamenti – ha detto il leader del sindacato autonomo – dà ragione a ciò che ribadiamo da mesi: la riforma delle scuole superiori deve essere rinviata di un anno”.
Le osservazioni formulate dal Consiglio di Stato rilevano, in sostanza, che non esistono le condizioni adatte per procedere – ha continuato il sindacalista – con l’applicazione della riforma voluta dal governo. In particolare, viene contestato un eccesso di deleghe per un provvedimento che, considerata la portata e la delicatezza della materia, dovrebbe essere regolato da una legge e non da un decreto ministeriale.
La conclusione è che a questo punto – ha detto ancora il coordinatore nazionale della Gilda – è evidente che il ministero dell’Istruzione dovrà rallentare questa deleteria corsa verso la riforma e rispondere ai chiarimenti chiesti dal Consiglio di Stato.
Un concetto, quello del rallentamento della riforma, che secondo Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas, sarebbe già un dato di fatto:, le osservazioni fatte dal Consiglio di Stato alla riforma della scuola secondaria superiore, sommate al ritardo dei pareri delle commissioni parlamentari, rappresentano per i Cobas una bocciatura sonora dell’adozione già a partire dal prossimo anno dei nuovi programmi ministeriali.
Se al “cruciale stop da parte del Consiglio di Stato – ha commentato Bernocchi -, aggiungiamo che mancano ancora i pareri delle Commissioni parlamentari, che avrebbero dovuto concludere i lavori entro novembre e che ora dovranno ridiscutere tutto alla luce del pronunciamento dei magistrati, diventa assai concreta la possibilità di far saltare l’applicazione della riforma, almeno per il prossimo anno“.
A dire il vero il portavoce dei Cobas avrebbe “di certo preferito che tale blocco fosse stato determinato dalla ferma e dilagante opposizione di docenti, Ata, studenti e genitori: ma in ogni caso accogliamo positivamente tutto ciò che ci dà tempo affinché tale protesta e tale lotta si sviluppino al massimo nei prossimi mesi, verso una sonora bocciatura di una controriforma che – ha concluso Bernocchi – distruggerebbe le superiori e ulteriormente immiserirebbe l’intera scuola pubblica italiana“.
Alessandro Giuliani

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