Le assunzioni dei precari non si sono ancora concretizzate, ma quelli di ruolo stanno già storcendo la bocca sulle nuove norme sulla mobilità che li favorirebbero.
A spiegarne i motivi sono l’avvocato Orsola Lecca, insegnante di ruolo appartenente al gruppo dei “Docenti Immobilizzati”, e Serena Cerasetti, amministratore del suddetto gruppo: chiedono, ai sindacati maggiori e di base, che “ai docenti di ruolo assunti entro l’a.s. 2014/2015 venga garantita la mobilità straordinaria antecedente alla fase di mobilità dei neoassunti nel 2015-2016, come riportato nella legge del 13 luglio 2015 n° 107: “(…) l’avvio di un piano straordinario di mobilità territoriale e professionale per tutti i posti vacanti e disponibili, rivolto ai docenti assunti a tempo indeterminato entro l’a.s. 2014/2015 (…). Successivamente, i docenti assunti nella seconda e terza fase del piano straordinario potranno partecipare (…) alle operazioni di mobilità (…)”.
Nelle diffida, ricordano che “alla luce degli avvenimenti di questi giorni e di quanto riferito dalla stampa, sappiamo che i precari stanno protestando per il fatto di essere costretti, loro malgrado, a cambiare provincia per entrare in ruolo. Essi chiedono che Voi, organizzazioni sindacali, in sede di contrattazione, e di stesura del nuovo testo sulla mobilità, li facciate rientrare a pieno titolo nella mobilità straordinaria prevista per febbraio 2016 (come si evince dal testo della legge del 13 luglio 2015 n° 107); disposizione normativa, questa, da noi contestata perché è già iniquo di per sé immettere in ruolo i nuovi senza prima esperire procedure di mobilità (art. 1 comma 4 del CCNL) e, siccome non si è potuto o voluto effettuare mobilità straordinaria prima delle assunzioni, la precedenza temporale per i docenti di ruolo ante 2015 nella mobilità del 2016 è doverosa”.
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Detto ciò, continua la lettera, si “diffidano tutte le organizzazioni sindacali che parteciperanno alla stesura” del nuovo testo sulla mobilità scolastica, “a rispettare la legge approvata nella parte riguardante la mobilità, considerando i diritti di chi ha già firmato un contratto con altre regole, inconsapevole dei cambiamenti che sarebbero stati posti in essere e che, se si è allontanato dalla provincia di residenza (volontariamente o per aver vinto un concorso statale), lo ha fatto con la consapevolezza di altre regole e ha diritto di provare a rientrarci prima di nuove assunzioni.
I docenti immobilizzati, in caso contrario, ravvisano un’ulteriore penalizzazione nei loro confronti, con la conseguenza di vedersi costretti ad adire le vie legali per la tutela dei propri diritti. Non si possono calpestare i diritti di alcuni lavoratori solo perché numericamente inferiori rispetto ad altri: molti docenti – concludono – aspettano da anni la possibilità di poter ricongiungersi alle proprie famiglie”.
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