A poco più di un anno dalle nuove regole di selezione per l’accesso nei ruoli dello Stato e a meno di due mesi dal decreto Pnrr, delle 55 procedure concorsuali pubbliche più significative bandite con le nuove modalità tra il 2019 e il 2021, solo poco più della metà (30) si sono concluse. E dei 103 mila posti complessivi messi a concorso appena 14,5 mila sono stati assegnati. Tra i 25 concorsi da portare a termine risultano tutti quelli della scuola.
Nella scuola le procedure in atto o da iniziare
Parliamo delle procedure della secondaria, con circa 32 mila posti a disposizione, il secondo concorso straordinario Stem (sempre per la scuola secondaria di primo e secondo grado) per qualche migliaio di posti. Anche quello della primaria e infanzia è in corso di svolgimento, con le prove orale in via di ultimazione e in alcuni casi (il sostegno) già le graduatorie dei vincitori definite. Infine, nulla si sa del concorso per acquisire l’abilitazione, seppure regolarmente bandito nel 2022, come emerso anche nel corso della nostra ultima diretta con gli esperti in materia.
Solo il 10% dei posti assegnati
Il dato sull’assegnazione di appena poco più del 10% dei posti pubblici previsti da concorsi, frutto di un monitoraggio nazionale, è stato reso noto martedì 14 giugno, in apertura al Forum Pa 2022.
I tempi delle procedure concluse, hanno spiegato dal Forum Pa, “danno speranza su un’accelerazione in atto: mediamente, i giorni medi (dalla pubblicazione degli avvisi agli esiti) sono scesi da 674 per i concorsi banditi nel 2019, ai 423 per quelli del 2020, ai 141 per quelli del 2021.
Tempi ancora troppo lunghi
A ben vedere, scrive però l’Ansa, “l’ottimismo scende a guardare i tempi lunghi delle procedure ancora aperte: sono trascorsi in media 1.021 giorni dalla pubblicazione delle quattro procedure 2019 ancora in corso, 713 per le sei del 2020 e 248 per i quindici concorsi banditi nel 2021″.
La procedura concorsuale lampo, voluta dal ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, attraverso l’approvazione del decreto legge n. 44/2021, che ha portato l’introduzione di quesiti a risposta multipla per assumere solo i più bravi, con forti critiche del M5s, non sembra quindi ad oggi avere portato i risultati attesi.
Ancora di più nella scuola, dove l’altissimo numero di bocciati, già dopo la prima prova scritta, lascia presupporre che una fetta non indifferente di posti da assegnare continuerà ad essere affidata ai precari.