A Job&Orienta, il salone nazionale dell’orientamento, la scuola, la formazione e il lavoro, in programma in fiera a Verona fino a sabato 30 novembre, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha scelto, a un anno dall’avvio, di tracciare un primo momento di confronto e bilancio della sperimentazione della filiera tecnologico-professionale 4+2.
La nuova legge
La legge di riforma che istituisce la filiera tecnologico-professionale è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 22 agosto con il numero 121.
La legge era stata approvata in via definitiva dalla Camera il 31 luglio scorso dopo un lungo e travagliato iter parlamentare. Nell’ambito della filiera formativa tecnologico professionale, dall’anno scolastico 2024/2025, saranno attivati percorsi sperimentali quadriennali d’istruzione secondaria di secondo grado che possano assicurare agli studenti il conseguimento delle competenze, delle conoscenze e delle abilità previste dall’indirizzo di studi di riferimento già previsti per i normali corsi quinquennali.
La riforma è stata avviata con l’obiettivo di garantire agli studenti una solida formazione, attraverso programmi innovativi in grado di fornire competenze teoriche e pratiche di qualità, grazie anche al coinvolgimento diretto delle imprese. Si tratta di percorsi di 6 anni, declinati in 4 anni di formazione tecnica o professionale e due anni integrativi con gli Its Academy (gli istituti tecnologici superiori, post diploma o post laurea), in un continuum formativo tra scuola e formazione terziaria non universitaria, con l’obiettivo di formare figure professionali più specializzate in linea con le richieste del mercato del lavoro.
Chiappa: “Attenzione alle attività laboratoriali”
“In questi percorsi – ha precisato Maurizio Chiappa, direttore generale per l’istruzione tecnica e professionale e per la formazione tecnica superiore del Ministero all’Ansa – che oggi stanno formando quasi 3mila ragazzi per diventare figure professionali altamente specializzate che usano la tecnologia in qualunque settore e in qualunque ambito economico, fin dal primo anno è data particolare attenzione alle attività laboratoriali e all’orientamento esperienziale, grazie al quale i ragazzi possono scoprire i propri talenti e le proprie inclinazioni”.
“La filiera del 4+2 è anche una leva importante di promozione e di crescita degli Its verso i quali conduce in un percorso di continuità con questo segmento della formazione italiana che garantisce oggi un tasso di occupabilità medio dei diplomati, a un anno dalla qualifica, pari all’87%”, ha concluso Chiappa.
“Scommessa vinta”
Ecco le sue parole ai nostri microfoni: “Questa direzione è rinata dopo dieci anni: è un evento importante per le sfide a cui la scuola italiana deve rispondere”. Quindi, il nuovo direttore generale ha dichiarato che “ci vogliono scuole diverse per intelligenze diverse” spiegando che in Italia “ci sono bellissimi percorsi sia liceali ma anche professionali e tecnici. Ci sono soprattutto questi percorsi di terziario non universitario che sono gli ITS Academy“.
“Il progetto di riforma del Governo? E’ una scommessa vinta”, ha risposto Chiappa, perchè “si prevedeva il raddoppio degli iscritti, da 20mila siamo arrivati a 47mila. Ma non possiamo e non vogliamo fermarci”.
Certo, ha sottolineato, “il Pnrr ha dato un finanziamento di un miliardo e mezzo. I percorsi universitari sono finanziati per otto miliardi, i percorsi Pnrr per 48 milioni”, ha aggiunto, parlando del modello VET (Vocational Education and Training).
Dopo avere sottolineato che “il modello Its interessa molto anche all’Egitto“, il DG ha ricordato che “siamo all’inizio dell’inverno demografico: mancheranno milioni di persone in alcune posizioni lavorative con elevata qualificazione tecnologica. Quindi tutto ciò è necessario per mantenere il nostro posto come una della nazioni di importanza mondiale”, ha concluso.
Il sondaggio della Tecnica della Scuola
Una delle proposte più dibattute dell’attuale Governo nell’ambito dell’Istruzione riguarda proprio l’introduzione dei nuovi istituti tecnici e professionali ridotti a 4 anni.
Da un sondaggio condotto dalla rivista specializzata La Tecnica della Scuola, a cui hanno partecipato 1.108 lettori, di cui il 72% docenti, la larga maggioranza ha espresso scetticismo e si è espressa negativamente: alla domanda chiave, “Sei d’accordo con gli istituti tecnici e professionali di soli quattro anni?”, oltre l’80% si è detto contrario.
Al sondaggio hanno partecipato docenti, dirigenti scolastici, genitori, studenti e altri “attori” protagonisti e non del mondo scolastico: circa 3 risposte su 4 sono state costituite da docenti, seguiti da genitori (13%) e altre categorie (9%). Invece, solo il 4% dei partecipanti è stato rappresentato dagli studenti, i diretti interessati da questa riforma.