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Nuovo anno, sale la protesta. Ma per Gelmini partirà senza problemi

Mentre precari e sindacati si apprestano ad organizzare clamorose forme di protesta contro la seconda ondata di tagli prevista dalla Legge 133/08 e gli effetti della riforma della secondaria superiore. In linea con quanto accaduto nel 2009, in base a quanto dichiarato da movimenti e singoli lavoratori ad agosto, dobbiamo aspettarci nuove occupazioni degli ex Provveditorati, qualche iniziativa di piazza e dei primi giorni di scuola “disturbati” da diverse iniziative a livello locale. Come se non bastasse rimangono da risolvere alcune questioni tutt’altro che marginali: basti pensare agli istituti ancora da assegnare in reggenza ed al tourbillon di cattedre che in certe regioni, come il Lazio, riguarderebbe il 40% dei docenti. In non pochi Usp l’attuazione delle operazioni di assegnazione dei posti vacanti risulta in forte ritardo (solo in questi ultimi giorni sono state concluse utilizzaizoni ed assegnazioni provvisorie e rimangono da effettuare tutte le quasi 17.000 immissioni in ruolo). E’ quindi molto difficile che entro l’inizio dell’a.s. possa  essere portato tutto a compimento.
Intanto però il ministro Gelmini rassicura tutti: “non vedo difficoltà per quanto riguarda l’apertura dell’anno scolastico”, ha detto il responsabile dell’istruzione italiana parlando a CortinaIncontra, specificando di riferirsi “in modo particolare” alla “scuola primaria e nella scuola secondaria di primo grado, la scuola media, perchè da quest’anno non ci sono particolari innovazioni o particolari modifiche”.
Gelmini ha anche fatto sapere che il suo non è affatto un punto di vista, ma una conclusione cui è giunta attraverso i tanti colloqui intercosi con i vari direttori generali di viale Trastevere e con i primi dirigenti responsabili a livello localo: “ho sentito telefonicamente lo staff che ho al ministero e i direttori scolastici regionali”, ha proseguito Gelmini ricordando, inoltre, che “tra l’altro abbiamo fatto 10.000 immissioni in ruolo recentemente, di giovani precari, quindi l’anno scolastico dovrebbe essere avviato in maniera normale, come gli altri anni. Forse è stato più difficile l’anno scorso con l’introduzione del maestro unico di riferimento, ma quest’anno particolari cambiamenti non ci saranno”.
Nessun riferimento è giunto sulla non proprio indolore introduzione della nuova secondaria. Su cui, opinioni a parte, permangono diverse questioni aperte: come i tagli orari nelle classi intermedie di tecnici e professionali; per non parlare dell’assegnazione delle nuove materie a docenti collocati ancora sulle vecchie classi di concorso. E che dire dei 25.000 precari a cui non verrà riconfermato il posto? Una parte di loro già sa che non potrà nemmeno accedere alle indennità del decreto salva-precari. Come i tre lavoratori supplenti di Palermo, in sciopero della fame davanti all’Usp dal 17 gennaio. Uno di loro ha dovuto lasciare, suo malgrado: si tratta di Pietro Di Grusa, 50 anni, metà dei quali passati come collaboratore scolastico. E’ stato ricoverato in ospedale dopo essere stato colto da un malore probabilmente dovuto al caldo, alla mancanza di alimentazione ma anche alla sospensione dei medicinali di cui necessita a causa della cardiopatia. A via Praga rimangono così due precari: si tratta di un insegnante, Salvo Altadonna, e di Giacomo Russo, che già lo scorso anno attuò la stessa protesta per 13 giorni. E siamo solo all’inizio: venerdì 27 agosto a Roma è stato convocato l’Osservatorio permanente dei Coordinamento precari scuola: incontreranno i sindacati per verificare se le nomine (in ruolo e annuali) stanno avvenendo regolarmente. Ma soprattutto intendono chiedere un aumento di posti da assegnare ad una provincia, in particolare la zona di Roma, dove in diversi casi il numero di studenti per classe sfiora quota 30. “Siamo pronti a rioccupare via Pianciani”, ha detto minacciosamente Francesco Cori del Cps.
Alessandro Giuliani

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