“Il governo, nell’esercizio della delega di cui all’articolo 17 della legge del 2015, si impegna alla definizione di un intervento legislativo volto a promuovere il riequilibrio , a favore della contrattazione, del rapporto tra le fonti che disciplinano il rapporto di lavoro per i dipendenti di tutti i settori, aree e comparti di contrattazione, per una ripartizione efficace ed equa delle materie di competenza e degli ambiti di competenza, rispettivamente della legge e della contrattazione, privilegiando la fonte contrattuale quale luogo naturale per la disciplina del rapporto di lavoro…”
L’ampia citazione è tratta dall’intesa tra il governo e le parti sociali, firmata 1i 30 novembre 2016 e propedeutica all’apertura del rinnovo del contratto economico del comparto statale, caratterizzato dal bollino ” vacche magrissime”, visto l’aumento irrispettoso di “non meno” 85€ lordi nel triennio.
Mi aspettavo in questi mesi un provvedimento, una dichiarazione, a favore di questo nuovo equilibrio tra il contratto e la legge. E invece, nulla!
Gli interventi del Ministro Fedeli e Madia annunciano con una certa frequenza che ormai non ci sono più impedimenti, alla firma del nuovo contratto. E’ di due giorni fa la dichiarazione del responsabile del Miur che conferma la volontà di chiudere rapidamente il contratto. E della riforma della legge Brunetta? Pare scomparsa dai radar.
Eppure nelle assemblee sindacali, i rappresentanti ripetono, probabilmente per convincere prima loro stessi, che hanno strappato al governo questo impegno di riequilibrio tra il contratto e la legge.
Considerando i tempi lunghi della politica, il profilo precario del governo Gentiloni e la scadenza ormai prossima della legislatura, temo che il comparto statale rimarrà beffato, come purtroppo sta accadendo da diversi anni. Saranno i fatti a confermare questo timore.
Sicuramente però, al momento attuale manca la condizione per un supporto al contratto che superi la legge Brunetta. E dal frullatore mediatico finalizzato a far dimenticare gli impegni, quale sindacato uscirà?
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