Come abbiamo anticipato, nella serata del 10 novembre è stato siglato l’accordo tra i sindacati e il ministero dell’Istruzione e del Merito, che traccia i confini delle questioni finanziarie inerenti il contratto scuola (già scaduto) 2019-2021 e che a quanto pare dà il via (a seguito della firma definitiva, prevista per oggi, 11 novembre alle 14.00) alla liquidazione, entro dicembre, degli arretrati maturati nel corso del triennio e al primo aumento delle retribuzioni del personale.
La nota di Palazzo Chigi in proposito segnala piena soddisfazione del Governo per la firma dell’accordo per il rinnovo del contratto della scuola tra i sindacati e il Ministero dell’Istruzione. Si sblocca così una vicenda di grande interesse pubblico, che coinvolge circa 1,2 milioni di persone, delle quali 850.000 docenti commentano dai banchi del Governo. La stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni in conferenza stampa ha ringraziato il ministro Valditara per il traguardo raggiunto.
Quali prossimi step? Dall’incontro di oggi alle 14 si arriverà alla sottoscrizione delle nuove tabelle stipendiali e del calendario della trattativa per la parte normativa, per arrivare alla sottoscrizione definitiva del CCNL, presumibilmente a gennaio, dopo l’approvazione della legge di bilancio 2023, secondo le tempistiche segnalate dal sindacato Flc Cgil.
Va chiarito che l’accordo appena siglato riguarda esclusivamente la questione economica, mentre in relazione alla parte normativa c’è l’impegno del Ministero a proseguire e concludere quanto prima la trattativa al fine di regolamentare le questioni residuali già indicate nell’Atto di indirizzo: dalla mobilità alla formazione del personale scolastico, alla valorizzazione dei DSGA, al lavoro a distanza, alle relazioni sindacali e alla contrattazione di secondo livello.
Per quanto riguarda, in particolare, la mobilità, se è vero che essa viene regolamentata da un apposito contratto, il CCNI mobilità 2022/25 del personale docente, educativo e ATA, è anche vero che la disciplina richiede una cornice normativa che verrà definita a monte dal Contratto scuola.
In occasione della quarta riunione sul tema che ha visto confrontarsi il ministro Valditara con i sindacati, è stato confermato il quadro interpretativo dei precedenti incontri circa l’applicazione dell’obbligo triennale di permanenza per i docenti neoassunti, derivante dall’art.13 c.5 del D.Lgs. 59/2017 come sostituito dal DL 36/2022.
Come verrà regolamentata la mobilità? Il docente è tenuto a rimanere nella istituzione scolastica, nel medesimo tipo di posto e classe di concorso, per non meno di tre anni, compreso il periodo di prova. La contestazione dei sindacati è relativa al fatto che tale norma subentra nel contesto di un sistema di reclutamento ancora non avviato, quindi estraneo agli immessi in ruolo a.s. 2022/23, lamentano i sindacati. Infatti, mentre il ministero reputa di estendere a tutta la platea tali disposizioni, per le sigle sindacali non è inserita una norma transitoria che consideri retroattiva la validità delle stesse.
Insomma, una volta impostata la cornice di riferimento sul contratto scuola, relativa alla mobilità, l’apposito Ccni mobilità 2022-2025 definirà esattamente per chi varrà il vincolo triennale, se anche per i neoassunti dell’anno scolastico 2022 o se per quelli a partire dal 2023.
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