La cabina di regia riunita ieri a Palazzo Chigi ha annunciato la modifica delle regole per quarantena e didattica a distanza. Da lunedì cambiamenti in tutti gli ordini di scuola: per l’infanzia è prevista la sospensione della presenza per tutti al quinto caso di positività e la didattica a distanza può essere disposta solo per cinque giorni e non più per dieci, per la primaria la dad sarà prevista solo per i non vaccinati e a partire dal quinto caso di positività in poi, mentre al primo caso di positività scatta solo l’obbligo di autosorveglianza. Nella secondaria si passerà alla didattica a distanza solo per gli studenti non vaccinati. Le nuove regole prevedono che dal secondo caso in poi i vaccinati con terza dose e i guariti restino in classe mentre per i non vaccinati si sospenda la didattica in presenza per cinque giorni. Sul nuovo decreto è intervenuta la Flc Cgil, attraverso le parole di Graziamaria Pistorino, segretaria nazionale del sindacato:
“Le misure annunciate puntano a una normalizzazione fittizia” dichiara Pistorino, “È evidente che, così come è avvenuto a gennaio, l’insieme delle misure che si stanno varando sono finalizzate a dichiarare una normalità inesistente nei fatti, una normalità non adeguata ai dati di contagio che vive ogni scuola, ogni mattina. Siamo preoccupati: abbassare le difese per dire che va tutto bene non risolve i problemi mentre da settimane si contano almeno 400 morti al giorno”.
“Un caso in una classe coinvolge 25 alunni e 50 genitori. Queste misure di semplificazione rappresentano per il governo un tentativo di normalizzare forzatamente le condizioni di vita nella scuola e, soprattutto, nella società, garantendo la didattica in presenza a qualunque costo, anche a rischio e pericolo degli alunni più piccoli che stanno in classe senza mascherine. Per noi semplificare non vuol dire diminuire le tutele, ma rendere omogenee le regole per tutti gli studenti della classe, indicando misure chiare per tutti, non farraginosi conteggi. Infine, per chi lavora nella scuola, grida vendetta la differenziazione fra alunni vaccinati e non vaccinati. Fare scuola non significa stare in didattica mista, frantumando l’unitarietà del lavoro della classe”.
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