Come nel caso delle nuove misure per la scuola dell’infanzia, anche per la scuola primaria il nuovo decreto stravolge i numeri portando da due cinque il numero dei contagi necessari per autorizzare il ricorso alla didattica a distanza, con un elemento di complessità in più stavolta: non sarà tutta la classe ad andare in DaD come accadeva con le vecchie misure, ma solo i non vaccinati, una scelta che si chiama addosso non poche polemiche ma che il ministro dell’Istruzione e il ministro della Salute rivendicano con forza in conferenza stampa.
“Vi è un’attitudine del Governo a discriminare? No ma vi è una chiara indicazione da seguire: bisogna accelerare sulle vaccinazioni, anche per i bambini e le bambine. E ricordiamo che nel concetto di vaccinati rientrano anche i guariti.
E il ministro della Salute Roberto Speranza gli fa eco: “Nessuna discriminazione. I vaccini sonno davvero lo strumento fondamentale che ci sta permettendo di aprire una fase nuova e di piegare la curva dei contagi senza misure restrittive generalizzate nella vita delle persone. Questa è una linea che dobbiamo rivendicare. Il vaccino è il più grande strumento di libertà”.
Il ministro Bianchi precisa: “La DaD non è il male assoluto. Per molti studenti è stata una grande risorsa. Non stiamo colpevolizzando la DaD, ma la nostra scelta è quella di privilegiare le lezioni in presenza, dando il segno che l’elemento di sicurezza sono le vaccinazioni“.
La domanda che sorge è: se i vaccini possono essere l’unica arma contro la pandemia a scuola e se possono quindi essere tralasciate misure come l’areazione o il distanziamento, perché alla scuola secondaria di secondo grado, dove rileviamo il più alto tasso di vaccinati, manteniamo a due il numero minimo di positivi necessario per autorizzare la DaD?
Dalla bozza in circolazione del nuovo decreto approvato in Cdm e da quanto ci hanno anticipato i ministri Bianchi e Speranza, ecco le misure per la scuola primaria.
Fino a quattro casi di positività accertati tra gli alunni presenti in classe, l’attività didattica prosegue per tutti in presenza con l’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 da parte dei docenti e degli alunni che abbiano superato i sei anni di età fino al decimo giorno successivo alla conoscenza dell’ultimo caso accertato positivo.
In tali casi, è fatto comunque obbligo di effettuare un test antigenico rapido o molecolare o test antigenico autosomministrato alla prima comparsa dei sintomi e, se ancora sintomatici, al quinto giorno successivo alla data dell’ultimo contatto. In caso di utilizzo del test antigenico autosomministrato l’esito negativo è attestato tramite autocertificazione.
Con cinque o più casi di positività accertati tra gli alunni presenti in classe, per coloro che diano dimostrazione di avere concluso il ciclo vaccinale primario o di essere guariti da meno di centoventi giorni o dopo aver completato il ciclo vaccinale primario, oppure di avere effettuato la dose di richiamo, l’attività didattica prosegue in presenza con l’utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 da parte dei docenti e degli alunni di età superiore ai sei anni fino al decimo giorno successivo alla conoscenza dell’ultimo caso accertato positivo.
Per gli altri alunni si applica la didattica digitale integrata per la durata di cinque giorni.
Per coloro che posseggano un’idonea certificazione di esenzione dalla vaccinazione, l’attività didattica prosegue in presenza con l’utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie di tipo FFP2 da parte dei
docenti e degli alunni di età superiore ai sei anni fino al decimo giorno successivo alla conoscenza dell’ultimo caso accertato positivo su richiesta di coloro che esercitano la responsabilità genitoriale.
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