Sulla scuola è incidente diplomatico. Il presidente della Conferenza delle regioni Massimiliano Fedriga (Governatore del Friuli Venezia Giulia in quota Lega), che qualche giorno fa sui propri social dichiarava soddisfazione per la strada imboccata dal Governo Draghi, affermando “Aperture bar e ristoranti dal 26 aprile. Recepita la proposta della Conferenza delle regioni. Bene” oggi è di ben altro parere.
Il no del presidente del Consiglio Mario Draghi sulla richiesta delle regioni di spostare il coprifuoco alle 23 e di non distinguere tra locali all’aperto e locali al chiuso, non è stata accolta. In più, lamenta il Governatore del Friuli ai microfoni di Radio KissKiss, sulla scuola il cambio di rotta dell’ultimo momento che ha portato la quota di presenza dei ragazzi delle superiori in zona gialla e arancione dal 60% della bozza al 70% del decreto, di fatto, allargando le maglie della scuola in presenza, per il presidente è “un precedente molto grave, non credo sia mai successo che in Consiglio dei ministri venisse cambiato un accordo siglato tra istituzioni“.
L’accordo era stato trovato già martedì sera e aveva messo insieme le istanze del Governo, rappresentato dai ministri Gelmini, Bianchi e Giovannini, con quelle delle Regioni e degli enti locali, con l’Anci a rappresentare i Comuni, e l’Upi a rappresentare le Province.
Poi, in Cdm, lo slittamento improvviso della percentuale di ragazzi delle superiori in presenza dal 60 al 70% per la zona gialla gialla e arancione.
Una questione che prescinde dalle colorazioni politiche, afferma il governatore del Friuli, e che ha riflessi sul rapporto di fiducia tra Stato e regioni. Ecco perché Massimiliano Fedriga ha convocato una Conferenza delle Regioni straordinaria che si svolgerà in giornata.
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