Sulle nuove misure emerse dal Consiglio dei Ministri del 5 gennaio, si segnalano le posizioni di alcuni sindacati di base come Uil Scuola e Snals-Confsal.
“Abbiamo sempre chiesto valutazioni su dati certi, quei dati relativi al contagio nelle scuole e agli effetti della pandemia, che da due anni ancora non si conoscono.
Sappiamo solo da ciò che arriva dalle scuole, dalle situazioni reali- un vero e proprio grido di dolore – commenta il segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi– in merito alle misure varate dal Governo per il rientro in classe.
Siamo in una situazione di grande difficoltà ed incertezza – osserva Turi – e queste nuove norme non aiutano certo a programmare e organizzare il lavoro e dare certezze a famiglie e studenti.
Tuttavia, ciò che non riusciamo proprio a capire è perché si è voluto discriminare, nella popolazione studentesca, tra vaccinati e non, dividendo e non unendo la comunità scolastica, ben sapendo che sarà difficile se non impossibile con azioni legittime e trasparenti, sapere lo stato di vaccinazione dei ragazzi.
Le scuole saranno costrette ad arrangiarsi, come sempre in questa pandemia. Si chiede ancora responsabilità al limite del miracolo, con poche risorse disponibili e norme farraginose di difficile applicazione di dubbia efficacia.
Ci chiediamo dove sia finito l’esercito, che doveva essere chiamato per lo screening nelle scuole. La macchina organizzativa servirà solo per ordinare mascherine FFP2? In che modo si darà seguito al tracciamento, alla ventilazione regolata delle aule scolastiche che stiamo rivendicando da tempo, proprio come i tamponi gratuiti che solo ora sono stati annunciati”.
“Con il decreto-legge dell’Epifania il Governo ha mostrato il suo vero volto nei confronti della scuola, degli alunni e del personale – afferma la segretaria generale Elvira Serafini – sono state introdotte misure che non tengono conto della reale situazione epidemiologica e della sua drammatica evoluzione, in sostanza, il Governo ha dimostrato di non tenere in alcuna considerazione i rischi per gli studenti ed il personale. Con centinaia di migliaia di contagi al giorno viene stabilito che la situazione di rischio, senza alcuna dimostrazione scientifica, è legata al numero dei contagiati registrati in ogni classe, affidando la gestione della sicurezza all’auto sorveglianza, con la discriminazione tra vaccinati e non per il ricorso alla didattica a distanza. Si trascurano completamente le difficoltà legate alla contemporanea erogazione della didattica in due modalità diverse”.
“Il Governo sa fin troppo bene che i servizi sanitari territoriali non sono in grado di garantire i tracciamenti tempestivi dei contagi e che l’azione sistematica di testing, tra l’altro annunciata da mesi, non potrà essere realizzata in maniera costante. Nei fatti il Governo ha scaricato totalmente sulle scuole e sui dirigenti scolastici compiti e provvedimenti che non appartengono loro e che finora sono stati sostenuti con grande sacrificio. Il Governo ha lasciato la verifica dei casi di positività degli alunni alle scuole, così come dello stato di vaccinazione”.
“Ben altra efficienza ha dimostrato, però, nel rendere in pochi giorni disponibile l’interoperabilità delle banche dati del SSN e del Ministero dell’Istruzione allorché si è trattato di consentire la verifica automatica dell’obbligo vaccinale dei lavoratori della scuola ai fini della loro sospensione dal servizio. Il Ministero non ha mostrato invece alcun interesse per garantire le condizioni di sicurezza del personale”.
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