Ritorno in classe per gli studenti delle superiori a partire dal 7 gennaio in una percentuale del 75%. Questa la linea adottata dal Governo che prevede un ritorno in classe di studentesse e studenti italiani.
A bloccare il rientro in aula è stato a lungo il nodo trasporti che, viene di fatto demandato dall’ultimo Dpcm.
Dopo le parole della ministra dei trasporti De Micheli che, sostanzialmente dichiarava come fosse di difficile risoluzione il problema affollamento bus e metro negli orari di punta, e che quindi per tornare a scuola sarebbe servito scaglionare gli ingressi, sono arrivate le indicazioni della ministra Azzolina che lasciava ai prefetti la risoluzione delle criticità. Problemi che, come ha sottolineato Azzolina, riguardano soprattutto le grandi città.
Viene dunque lasciata ai prefetti delle città la possibilità di trovare una soluzione al problema, considerato un rientro non totale degli studenti a scuola.
Il Presidente della Provincia o il sindaco della città, insieme ai dirigenti del ministero dell’istruzione, i rappresentanti del ministero delle infrastrutture e dei trasporti e i rappresentanti della Protezione civile e delle aziende di trasporto locali, saranno presenti al tavolo di coordinamento.
Al tempo stesso, come affermato dal premier Conte, dovranno essere gli istituti a scaglionare gli ingressi:
“Noi non vogliamo escludere nessuna opzione di flessibilità. I turni pomeridiani? Ben vengano, noi dobbiamo favorire la flessibilità, ma non possiamo governare da Roma la situazione della differenziazione degli orari di ingresso e di uscita dei vari plessi dei vari istituti scolastici e soprattutto integrare questi dati con quelli del trasporto scolastico pubblico locale. Noi siamo a supporto ma alcune scelte in termini di flessibilità richiedono modulazioni territoriali”.
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