È praticamente pronto nuovo dpcm con le misure anti Covid. Manca solo un “dettaglio”: cosa fare sulla scuola, in particolare su come gestire eventuali chiusure e passaggi in dad. A sostenerlo sono le agenzie di stampa, al termine della riunione della cabina di regia svolta la sera di lunedì 1° marzo, alla quale ha partecipato anche il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.
“Domani ci sarà un’altra riunione”, ha detto ai cronisti il coordinatore del Cts Agostino Miozzo all’uscita da Palazzo Chigi al termine della cabina di regia.
A quanto si apprende, il nuovo Dpcm con le misure sul Covid sarebbe quasi del tutto chiuso ma sarebbe ancora aperta la discussione sul tema della scuola, scrive l’Ansa.
Le incertezze del governo sono dovute al fatto che il Coronavirus si sta trasformando in modo davvero anomalo. E servono provvedimenti più rigidi di quelli attuati sinora.
“Sulle scuole ci saranno delle evoluzioni. Saranno chiuse nelle zone rosse“, ha aggiunto Agostino Miozzo, sempre all’uscita da Palazzo Chigi.
Sulle eventuali misure per le scuole nelle altre zone, in particolare quelle arancioni, però il numero uno del Cts non replica. Anche perchè è proprio sul quel punto che, sembra, vi si stato uno scontro tra i ministri. Con quelli del Nord orientanti in prevalenza alla chiusura.
Siete preoccupati sulla scuola? “Siamo preoccupati dall’andamento dell’epidemia. Sulle scuole il Cts si è riunito qualche giorno fa”, ha tagliato corto Miozzo.
Il caso del Lazio – dove si va verso il record con circa 15 mila vaccini somministrati in un giorno – è emblematico.
Se è vero che sono calati i nuovi casi di Covid-19, aumentano però i ricoveri: su oltre 15 mila test, si registrano 1.044 casi positivi (-297 rispetto a ieri), 28 decessi e +1.094 guariti.
Nel Lazio, inoltre, si contano finora una decina di casi di variante brasiliana mentre “le più diffuse sono quella inglese e iberica” ha spiegato l’assessore che stamattina si è recato all’università La Sapienza per l’avvio dei primi tamponi molecolari per gli studenti dell’ateneo.
Sul fronte scuola, Alessio D’Amato ha spiegato: “Il rischio di chiusura c’è sempre perché dipende da come corre il virus. Noi speriamo di no, ma il rischio è concreto”.
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