Al termine della conferenza stampa in cui ha illustrato le nuove misure previste dal Dpcm 3 novembre, il Premier Conte ha anche risposto alle domande dei giornalisti.
A chi gli ha chiesto se la compressione della didattica in presenza, prevista soprattutto per le zone rosse (DaD dalla seconda media in poi) sia il limite massimo raggiunto o se ci si deve aspettare, per il futuro, in caso di eventuale peggioramento della situazione epidemiologica, misure più drastiche, andando a toccare gli alunni più piccoli il Presidente del Consiglio ha così risposto:
“La scuola deve essere un presidio. Il fatto di mandare in DaD gli studenti pesa molto al Governo. Appena la curva rientrerà sotto controllo, una delle prime misure è restituire la didattica in presenza a quanti più alunni possibili. Ma è chiaro che non possiamo tener conto del contesto complessivo che stiamo affrontando”.
Ricordiamo che le misure entreranno in vigore il 6 novembre, anziché il 5 novembre, come inizialemnte previsto.
La Federazione Gilda Unams, come riporta un comunicato, non ha sottoscritto la preintesa sull’integrazione ai…
Una questione contorta: uno studente dalla brillante carriera scolastica non è stato ammesso alla maturità…
Da qualche giorno è stato dato ufficialmente il via al secondo concorso Pnrr per diventare insegnante…
Riccardo aveva solo otto anni, metà dei quali trascorsi a combattere contro un tumore alla…
Come insegnano i docenti più giovani oggigiorno? Quali differenze con i colleghi più grandi? A…
Sul rinnovo contrattuale della mobilità docenti e ata, le cui norme saranno valide per il…