Da oggi 6 marzo e fino al 6 aprile 2021 entra in vigore il nuovo Dpcm, primo del Governo Draghi. Cosa comporta per la scuola? Dipende in parte dalle fasce di colore, ma non solo e non semplicemente. Il Dpcm infatti introduce degli elementi numerici (i famosi 250 contagi ogni 100 mila abitanti per 7 giorni) che rendono il quadro più complesso, diversificando la situazione in tutto il Paese. In un articolo precedente, facciamo il resoconto di cosa sta avvenendo nelle regioni italiane, a seguito delle diverse considerazioni dei Governatori di regione in relazione alla crescita dei contagi.
In sintesi, in zona rossa da oggi (o di fatto, in molte scuole da lunedì 8 marzo) si va in DaD in tutti i gradi di scuola, dalla prima elementare in su, mentre le scuole dell’infanzia restano chiuse. Nelle zone gialle o arancioni, qualora si verifichino dei focolai o comunque in presenza di territori con oltre 250 positivi su 100 mila abitanti per 7 giorni continuativi, gli amministratori locali hanno facoltà di disporre le misure restrittive destinate alle zone rosse.
Alcune particolarità delle zone gialle e arancioni sono chiarite da una nota ministeriale. Le riassumiamo a seguire:
Rispetto al DPCM precedente, è chiarito come le percentuali di didattica in presenza nelle zone gialle debbano riferirsi “ad almeno il 50% e fino a un massimo del 75% della popolazione studentesca” delle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, con riferimento dunque alla numerosità degli studenti e non alle attività didattiche.
I Presidenti delle Regioni, nei territori di loro pertinenza e in ragione della
situazione epidemiologica (cd zona “arancione scuro”), possono disporre le misure espressamente previste per le “zone rosse”, in base alle quali “sono sospese le attività dei servizi educativi dell’infanzia di cui all’art. 2 del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, e le attività scolastiche e didattiche delle scuole di ogni ordine e grado si svolgono esclusivamente con modalità a distanza”.
In poche parole, chi sperava in un intervento dello Stato mettere in pari le scuole d’Italia da nord a sud resterà deluso, perché l’intervento discrezionale degli amministratori locali continuerà a determinare le differenze, in un quadro che la ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina qualche giorno fa, intervenuta in diretta Facebook, ha definito regionalismo delle disuguaglianze.
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di regia, il 5 marzo 2021 ha firmato due nuove Ordinanze volte a contenere la diffusione dell’epidemia da nuovo coronavirus.
I provvedimenti entreranno in vigore lunedì 8 marzo 2021.
La prima Ordinanza dispone il passaggio in zona rossa per la Regione Campania.
La seconda Ordinanza dispone il passaggio in zona arancioneper le Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto e la proroga della zona arancione per l’Emilia Romagna.
I provvedimenti fanno salve eventuali misure più restrittive già adottate sui territori.
Complessivamente, quindi, la ripartizione delle Regioni e Province Autonome nelle diverse aree in base ai livelli di rischio a partire dall’8 marzo 2021 è la seguente:
ORDINANZA Regione Campania del 5 marzo 2021
ORDINANZA Regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto del 5 marzo 2021
NOTA DI CHIARIMENTO DEL MI SULLE MISURE SCUOLA DEL DPCM
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