La nota del Ministero dell’Istruzione pubblicata nella serata del 5 novembre fa luce anche sulle indicazioni del Nuovo Dpcm per gli alunni disabili: per loro bisogna fare il possibile per garantire la scuola in presenza.
La nota del Ministero riporta che “in ogni modo andrà garantita l’effettiva inclusione scolastica, in special modo per gli alunni con disabilità, attraverso l’attivazione di tutte le forme di raccordo e collaborazione possibili con gli altri enti responsabili del loro successo formativo, sia in materia di assistenza specialistica che di trasporto scolastico, al fine di rendere un effettivo servizio di istruzione e di realizzare, in concreto, il diritto allo studio previsto dalla Costituzione”.
Con l’attivazione della didattica a distanza, o meglio, della didattica digitale integrata, gli studenti con disabilità non devono restare indietro. Ecco perchè, “per tutti i contesti ove si svolga attività in DDI il DPCM, nel richiamare il principio fondamentale della garanzia della frequenza in presenza per gli alunni con disabilità, segna nettamente la necessità che tali attività in presenza realizzino un’inclusione scolastica “effettiva” e non solo formale, volta a “mantenere una relazione educativa che realizzi effettiva inclusione scolastica”.
Seppur si tratti di una indicazione ministeriale, è chiaro che ogni scuola dovrà poi decidere come organizzare l’attività didattica: “i dirigenti scolastici, unitamente ai docenti delle classi interessate e ai docenti di sostegno, in raccordo con le famiglie, favoriranno la frequenza dell’alunno con disabilità, in coerenza col PEI, nell’ambito del coinvolgimento anche, ove possibile, di un gruppo di allievi della classe di riferimento, che potrà variare nella composizione o rimanere immutato, in modo che sia costantemente assicurata quella relazione interpersonale fondamentale per lo sviluppo di un’inclusione effettiva e proficua, nell’interesse degli studenti e delle studentesse”.
Pertanto, l’invito di viale Trastevere è quello di creare piccoli gruppetti di studenti della classe che dovranno frequentare in presenza. Lo scopo è ovviamente quello di non lasciare indietro proprio gli alunni più fragili che hanno maggiormente bisogno del rapporto interpersonale.
La nota in realtà specifica che le stesse condizioni si potrebbero attivare per gli alunni Dsa. “Le medesime comunità educanti valuteranno, inoltre, se attivare misure per garantire la frequenza in presenza agli alunni con altri bisogni educativi speciali, qualora tali misure siano effettivamente determinanti per il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento da parte degli alunni coinvolti; parimenti, si potranno prevedere misure analoghe anche con riferimento a situazioni di “digital divide” non altrimenti risolvibili”.
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