Sul nuovo Dpcm si sta lavorando come mai era accaduto con i precedenti provvedimenti governativi: il premier Giuseppe Conte non riesce a trovare la quadra, perché non c’è sintonia su diversi punti. Uno di questi è l’orario del “coprifuoco”, che nelle ultime ore si è spostato dal tardo pomeriggio (il Pd chiedeva alle 18) alle 22. Poi c’è la volontà ferma del Governo di introdurre lockdown a “strati”, con i colori del rischio che muterebbero in base al rischio dei contagi presenti in un determinato territorio.
Gli effetti sulla scuola
Su questo punto, però, diverse Regioni non sono d’accordo. A partire dalla Campania: il presidente della Campania Vincenzo De Luca, che è parte attiva nel vertice delle Regioni con lo stesso Governo e la protezione civile nazionale, in corso il 3 novembre, si è detto fortemente contrario alle differenti misure previste a seconda delle Regioni. Con possibili differenze anche per la scuola: laddove i contagi sono maggiori, infatti, la DaD scatterebbe già dalle medie. E forse – nei casi estremi – anche nella primaria.
La Regione Campania, al momento mantiene comunque le sue ordinanze più restrittive come lo stop generale alle lezioni in presenza a scuola, che da ieri è stato ampliato anche agli asili, e lo stop alla mobilità interprovinciale.
Le proposte della Campania
Sempre Vincenzo De Luca – contro il quale si è più volte scagliata la ministra Lucia Azzolina – in conferenza Stato-Regioni ha chiesto al governo l’estensione dei congedi parentali, con modifica che porti al cento per cento dello stipendio, a vantaggio dei genitori con figli di età compresa tra zero e 16 anni, la concessione di un corrispettivo bonus famiglia ai lavoratori autonomi, l’adozione di misure per frenare la mobilità e gli assembramenti nei luoghi di ritrovo.
Il governatore campano auspica anche piano straordinario di controllo da parte delle forze dell’ordine per il rispetto delle ordinanze e l’assoluta contemporaneità delle misure del Governo di contenimento dell’epidemia, con quelle previste e annunciate a sostegno alle categorie colpite già dalla crisi, che subiranno ulteriori ricadute economiche.
La pubblicazione del nuovo Dpcm potrebbe slittare, a questo punto, al 4 novembre.