Il nuovo Dpcm, firmato ieri sera, 3 novembre, dal Premier Conte, tocca anche la spinosa questione concorso straordinario, al centro delle polemiche già da prima del suo avvio (22 ottobre).
Il decreto, infatti, per effetto dell’emergenza pandemica in atto, sospende “lo svolgimento delle prove preselettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche e private” (ad eccezione delle professioni sanitarie).
Una decisione invocata già precedentemente all’inizio delle prove per la situazione sanitaria di grande rischio con l’aumento dei contagi via via più costante nelle ultime settimane. In tanti, tra i docenti precari, hanno chiesto il rinvio del concorso, soprattutto chi ha o avrebbe dovuto affrontare spostamenti di regione con elevato rischio per la propria salute. Ma la Ministra Azzolina ha continuato a difendere il concorso, tranquillizzando tutti sulle procedure di sicurezza presenti durante le prove.
Il “concorso delle polemiche”, come è stato definito da qualcuno, tra rischio sanitario con spostamenti anche di migliaia di chilometri, docenti in quarantena privati della possibilità di partecipazione e assenza di prove suppletive. Il tutto per una stabilizzazione dei precari (circa metà dei partecipanti) che avverrà solo a partire dal nuovo anno scolastico.
E adesso cosa succederà? La sospensione delle prove fa nascere dubbi e perplessità, non tanto sullo stop, ritenuto sacrosanto (e tardivo) da molti, quanto sul nuovo scenario che si potrebbe configurare. La sospensione durerebbe sino al 3 dicembre (fino a quando resterà in vigore il nuovo Dpcm), data troppo ravvicinata che potrebbe essere allungata. Dunque un rinvio che permetterebbe, a partire da una data ancora non stabilita, di completare le prove a quelle classi di concorso ancora mancanti.
Ma non è escluso che una fetta di insegnanti, approfittando della sospensione decisa dall’ultimo Dpcm, possano chiedere l’annullamento del concorso. Decisione anche qui che non metterebbe tutti d’accordo, soprattutto coloro i quali hanno affrontato viaggi e sacrifici per poter sostenere gli esami scritti.
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