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Nuovo esame maturità: per 200 commissari di matematica è troppo complesso

Va bene maggior rigore e serietà, ma andrebbero sempre applicati con gradualità e ragionevolezza. E’ questo il senso della lettera che oltre 200 commissari di matematica hanno fatto recapitare al ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, dopo aver constatato difficoltà e disorientamento di molti dei loro liceali migliori durante la seconda prova degli esami di Stato. Esami che dopo il ‘buonismo’ degli ultimi anni, che per molti aveva trasformato la maturità in una sorta di ‘diplomificio’ aperto a tutti, il Ministro ha voluto riorganizzare riportandoli su un piano di maggiore difficoltà e selettività. Pur condividendo la scelta del Ministero “di dare un maggior valore e rigore alla prova, contro la tendenza degli ultimi anni di svuotarlo di significato diminuendone la difficoltà”, i prof di matematica (operanti un po’ in tutta Italia) hanno però fatto notare al responsabile della Pubblica Istruzione che l’inversione di tendenza “sembra che si sia concretizzata in un ritorno a vecchie tipologie di problemi, caratterizzati da una pesante complessità di calcolo, anacronistica rispetto agli orientamenti e alle metodologie didattici attuali, che si pensavano francamente superate”.
La prova di matematica, svolta il 21 giugno scorso, richiedeva agli studenti del liceo scientifico di risolvere uno dei due problemi proposti e di rispondere a cinque dei dieci quesiti: il primo problema riguardava un triangolo; il secondo era incentrato su un cerchio, i poligoni inscritti e il problema della quadratura del cerchi. Nel questionario erano presenti delle equazioni, il teorema di Lagrange, delle funzioni reali dispari e sistemi di orientamento sulla Terra con coordinate geografiche terrestri. Molti candidati avrebbero riscontrato grossi problemi nella realizzazione delle risposte. “Sembra quasi – spiegano gli insegnanti di matematica al Ministro – che la maggiore difficoltà della prova sia intesa dal Ministero, non come aumento del livello di problematicità dei quesiti, ma come accentuazione della complessità di calcolo e ampliamento delle parti di programma da conoscere. Noi riteniamo – che la prova debba avere una sua finalità e coerenza interna, che a noi, questo anno in particolare, è sfuggita, e che tale finalità debba essere resa nota preventivamente ai candidati”.
Quel che ha lasciato perplessi i docenti, che hanno assunto il ruolo di commissari interni agli esami di Stato, è stata la difficoltà riscontrata dagli studenti più preparati di fronte alla traccia proposta. “La cosa più grave – si legge nella lettera inviata al Ministro – è stata quella di vedere gli studenti migliori disorientati (la cosa si è verificata con percentuali tali che risulta evidente una errata “taratura” dei temi proposti), a fronte di inviti alla valorizzazione degli alunni più dotati”.

Le critiche dei 200 commissari non hanno tuttavia l’aria di chi vuole fare polemica a tutti i costi, ma ad un certo punto si trasformano in una costruttiva richiesta di dialogo con viale Trastevere: “è necessario che il Ministero, nelle forme che si riterranno più opportune, elabori e renda noto entro i primi mesi del prossimo anno scolastico un elenco ufficiale chiaro e dettagliato di ciò che nell’ambito dei programmi devono sapere e saper fare gli esaminandi, in riferimento alla prova scritta dell’Esame di Stato”. Una richiesta di cui il ministro Fioroni, che è stato sempre sensibile al dialogo con gli addetti ai lavori sin dal primo giorno del suo mandato, terrà sicuramente conto.

Alessandro Giuliani

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