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Nuovo Governo, Bianchi: “Chi verrà non ripartirà da zero. I miei mandati? Riaprire le scuole, investire le risorse del Pnrr e fare riforme”

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Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha partecipato oggi, 28 settembre, a Genova, ad un incontro con gli studenti sul 75esimo anniversario dalla nascita della Costituzione. A margine dell’evento il Ministro uscente, come riporta l’agenzia Italpress, ha fatto un resoconto del suo operato guardando al futuro.

Il commiato di Bianchi

“Credo che chi verrà, chiunque verrà, sulla base delle considerazioni che farà il nuovo governo, potrà ripartire non da zero ma da tre. Sono andato con due mandati molto chiari. Il primo, riaprire le scuole, che voleva dire riportare insieme i nostri ragazzi e insegnanti e lo abbiamo fatto l’anno scorso e quest’anno. Durante le due estati abbiamo fatto il grande piano di scuola d’estate in cui si presentavano i progetti che poi sarebbero seguiti in tutto l’anno. La seconda cosa era il Pnrr, che è molto vincolante: non ci sono margini perché sono impegni assunti”.

“Noi – ha continuato Bianchi – dovevamo investire le risorse e fare le riforme. Le riforme le abbiamo fatte, in particolare quelle legate alla scuola tecnica e professionale. E poi investire i 17,8 miliardi che avevamo: abbiamo investito 10 miliardi in edilizia che non hanno risolto tutti i problemi del Paese ma hanno dato una buona botta alla parte degli asili nido”.

“Abbiamo investito insieme con Colao – ha aggiunto – quasi 5 miliardi per la parte digitale: stiamo collegando 44mila edifici, compresi quelli sul picco della montagna, con banda ultralarga, che vuol dire non solo scuole collegate ma anche che in ogni paesino ci sarà una connessione che permette di lavorare e vivere lì. Abbiamo investito e stiamo investendo su Its e scuole tecniche e soprattutto sul recupero della dispersione scolastica che è un segno che va collegato con l’astensione”.

Elezioni 2022, Bianchi sulla scarsa affluenza alle urne

Bianchi ha anche commentato, come riporta RaiNews, quanto avvenuto nella cornice della tornata elettorale, che ha visto la più bassa affluenza alle urne della storia repubblicana: “Quando l’astensionismo arriva a livelli così alti è un segnale di un forte malessere proprio costituzionale, cioè relativo alla parte fondante del Paese”, ha detto l’attuale capo del dicastero di Viale Trastevere. “Dobbiamo parlare con i giovani raccontandoci non solo cosa vuol dire il vivere insieme – ha sottolineato –, ma il vivere insieme in una democrazia, che è un oggetto molto delicato”.