Sulle voci di un possibile “Governo tecnico” che dovrebbe approvare provvedimenti difficili e dolorosi si stanno già pronunciando i sindacati che si mostrano a vario titolo preoccupati per le eventuali disposizioni che potrebbero riguardare la scuola.
Secondo la Uil, per esempio, il prossimo Governo “dovrebbe bandire l’idea che una necessaria riorganizzazione della Pubblica Amministrazione si traduca in un attacco ai pubblici dipendenti, mantenendo inalterato il sistema politico clientelare”.
Lo stesso sindacato ritiene che sarebbe invece indispensabile una seria riforma fiscale introducendo anche “una patrimoniale applicata solo a quel 10% di famiglie più ricche del nostro Paese e finalizzata al reperimento delle risorse per ridurre le tasse sul lavoro”.
Poco distensive le dichiarazioni del segretario nazionale della Flc-Cgil Mimmo Pantaleo che sottolinea: “La norma contenuta nel maxiemendamento alla legge di stabilità circa la possibilità del ricorso alla cassa integrazione e poi il licenziamento dei dipendenti pubblici è un ulteriore attacco al lavoro pubblico”.
“Si sappia – aggiunge Pantaleo – che qualsiasi sia il prossimo Governo non subiremo passivamente quel provvedimento e siamo pronti a mettere in campo tutte le azioni di lotta possibili per difendere i lavoratori con la stessa coerenza e determinazione dimostrata in questi anni contro il Governo Berlusconi”.
Ancora più dura la presa di posizione dei Cobas Scuola secondo cui gli ultimi fatti confermano che “il centrosinistra non voleva cacciare Berlusconi per impedirne le politiche antisociali, ma casomai per accelerarle e intensificarle”.
“Insieme – sostengono i Cobas – voteranno la libertà di licenziamento, il trasferimento coatto di dipendenti pubblici, l’annullamento dei contratti nazionali, il peggioramento ulteriore delle pensioni, la cancellazione dei referendum di giugno, la svendita del patrimonio naturale e artistico, confermando in più per l’intero Pubblico impiego il blocco dei contratti fino al 2014 e per la scuola anche degli scatti di anzianità, oltre alla retribuzione dei docenti e al finanziamento alle scuole in base ai grotteschi quiz Invalsi e ad un ulteriore massacro degli organici”.
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