La nascita di un Governo Lega-M5S è ormai nei fatti, salvo sorprese dell’ultim’ora (per la verità nella giornata del 10 maggio Matteo Salvini ha ripetuto più volte la frase “Siamo a buon punto, ma se entro domenica non chiudiamo l’accordo si tornerà a votare”).
A questo punto, si tratta di capire però in cosa consisterà concretamente il programma di Governo sulla scuola.
Nella giornata del 10 maggio nulla è ancora emerso su questo punto; anzi nell’elenco delle priorità di cui si sta parlando non si fa alcun cenno alla scuola.
Per ora, infatti, si parla di reddito di cittadinanza, di sicurezza, sbarchi e flat tax, ma la scuola è del tutto assente.
E’ molto probabile, però, che il tema della scuola verrà affrontato nei prossimi giorni ma è ormai chiaro che la questione non è fra le priorità.
Nelle ultime settimane la Lega aveva annunciato di avere già nel cassetto una bozza di un progetto di legge per la riforma del sistema del I ciclo di istruzione ispirato all’idea di consolidare la continuità fra scuola primaria e secondaria di primo grado.
Nell’immediato è fuori dubbio che il nuovo Governo dovrà adottare un provvedimento urgente per risolvere il problema dei diplomati magistrale anche se proprio su questo punto non è detto che esistano vedute comuni fra Lega e M5S.
Il M5S, durante la campagna elettorale, aveva insistito molto sulla proposta di estendere il tempo pieno nelle regioni del sud, ma risulta difficile credere che la Lega sia disposta a contenere gli investimenti al nord pur di “accontentare” le richieste del M5S.
Potrebbe invece esserci accordo sulla cancellazione della cosiddetta “chiamata diretta”, una delle disposizioni della legge 107 più osteggiata dal mondo della scuola: ma forse non basterà la sua eliminazione per accontentare l’agguerrito movimento del “NO 107” che per tre ha continuato a protestare e ad opporsi alla applicazione della “Buona Scuola”.
La verità è che proprio in materia di politiche scolastiche i programmi e le visioni delle due forze che stanno per dar vita al Governo sono molto diverse fra di loro se non addirittura antitetiche e contrastanti ed è forse per questo per il momento si evita di parlarne.
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