Politica scolastica

Nuovo Governo: per rispondere alle priorità sulla scuola servono 10 miliardi

Il capitolo sulla scuola del programma del nuovo esecutivo contiene le priorità alle quali il ministro Fioramonti ha intenzione di ispirare la sua azione: stop alle classi pollaio, valorizzazione, anche economica, dei docenti, edilizia scolastica, scuola gratis per i redditi medio-bassi, lotta a bullismo e dispersione scolastica.
Ma quanto potrebbe costare un programma del genere?
Proviamo a fare due conti alla buona.

Facciamo due conti

Per lo stop alle classi pollaio basta andarsi a leggere la relazione tecnica allegata alla proposta di legge dell’onorevole Azzolina per capire che l’operazione è costosa, anzi costosissima. Solo per avviarla ci vorrebbero diverse centinaia di milioni, per raggiungere qualche obiettivo minimo si parla di un miliardo di euro (a regime costerebbe molto di più).
Valorizzazione, anche economica, dei docenti: per garantire ai docenti un aumento anche solo uguale a quello dell’ultimo contratto, peraltro considerato da tutti poco più che un elemosina, servirebbero un paio di miliardi (senza considerare che, facilmente, il conto raddoppierebbe perchè i sindacati chiederebbero immediatamente un aumento analogo anche per tutti gli altri dipendenti pubblici).
Se poi la dignità dei docenti comprende anche la soluzione del problema del precariato, bisognerà aggiungere ancora parecchie centinaia di milioni di euro.
Sull’edilizia scolastica c’è poco da dire: forse il nuovo Governo pensa anche ai fondi già stanziati e ancora non spesi e quindi è probabile che con un paio di miliardi aggiuntivi si possa fare qualcosa in più (una palestra scolastica di piccole dimensioni costa ormai non meno di mezzo milione di euro), ma per risolvere il problema delle tante scuole ospitate, soprattutto al sud, in edifici privati servirebbero diversi miliardi.
Per la scuola gratis ai redditi medio-bassi è difficile fare un conto ma certamente non siamo al di sotto dei due miliardi di euro che è una cifra largamente inferiore a quella che oggi le famiglie versano alle scuole come “contributo volontario”.
Per il bullismo potrebbero bastare qualche centinaia di milioni per assegnare uno psicologo ad ogni scuola, mentre per la lotta alle dispersione servirebbe stanziamenti cospicui e mirati diretti soprattutto alle aree più disagiate (ipotizziamo un miliardo di euro).
Tutto questo senza dimentica che ci sono ancora alcune misure importanti fortemente volute dal M5S che devono essere confermate e finanziate (per esempio la prosecuzione della diffusione del tempo pieno).
Manca poi all’appello un programma per la fascia di età 3-6 anni con un aumento dell’offerta statale di scuola dell’infanzia che avrebbe costi enormi, soprattutto in alcune regioni dove oggi il servizio viene garantito soprattutto dalle scuole paritarie.
Insomma, basta fare la somma delle cifre indicate (tutte calcolate per difetto) per scoprire che, per affrontare le priorità elencate dal nuovo Governo, vi vorrebbe una decina di miliardi.
Vedremo cosa verrà stanziato con la legge di bilancio 2020: la sensazione è che trovare anche solo un paio di miliardi, come chiesto dal Ministro, sarà difficile, anzi difficilissimo.

Reginaldo Palermo

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