Un ipotetico nuovo Ministro dell’Istruzione o una nuova Ministra dell’Istruzione che qualità dovrebbe avere e quale azione dovrebbe mettere in campo per prima?
Ne abbiamo discusso nella diretta di Tecnica della Scuola Live del 2 febbraio. Si è ragionato, insomma, della ipotesi della scuola d’estate, in risposta all’esigenza di recuperare gli apprendimenti dei ragazzi a seguito del ricorso prolungato alla DaD.
Ospiti Maddalena Gissi, segretaria nazionale Cisl Scuola; Mauro Piras, docente di storia e filosofia, Gruppo Condorcet; Andrea Gavosto, direttore Fondazione Agnelli. Ha condotto la puntata Reginaldo Palermo, vice direttore della Tecnica della scuola.
Dunque, alla domanda posta dal nostro vice direttore Reginaldo Palermo, che ha chiesto agli ospiti un contributo secco circa il profilo ideale del Ministro e l’azione concreta da attuare, gli ospiti della diretta hanno risposto come segue.
“Un Ministro deve avere coraggio, perché nella scuola per fare qualcosa di buono, devi spaccare qualcosa. Il problema più grave è la dispersione scolastica. La dispersione è il male della scuola e si annida nel primo biennio delle superiori. Un nuovo Ministro dovrebbe riallineare la fine del primo ciclo al biennio delle superiori.“
“Innanzitutto il profilo del Ministro dell’Istruzione non deve dipendere dal Mef (Ministero Economia e Finanze), si deve sganciare, deve essere autonomo, deve essere capace di entrare nel Consiglio dei ministri con una forza da Ministro dell’Istruzione. Poi, dovrebbe guardare indietro alle belle esperienze degli anni dal 2000 al 2008, gli anni d’oro di sguardo alla scuola come priorità del Paese. Indietro fino al quaderno bianco di Fioroni. Insomma, la prima azione concreta potrebbe essere una conferenza nazionale della scuola, una sorta di Stati Generali, con davanti agli occhi il quaderno bianco di Fioroni.”
“Io ho sempre apprezzato i ministri politici, mentre i ministri che venivano dal mondo della scuola sono stati più deludenti. Quindi un giusto profilo a mio parere è quello di un ministro con capacità politica e con la voglia di imparare. Ripartire dal Recovery Plan perché è un’occasione unica che dobbiamo sfruttare al meglio. Le aree dell’edilizia scolastica e della formazione docenti come aree chiave da cui partire. Il Ministro dovrà individuare delle azioni e delle priorità dentro questi due ambiti.”
Infine, i tre ospiti, sempre su sollecitazione del vice direttore Reginaldo Palermo, chiamati a scegliere tra un ministro politico, uno di area economica e uno di formazione pedagogica, hanno votato tutti e tre per il ministro politico.
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