Investire “sui pilastri della crescita giusta: scuola, conoscenza, welfare e sanità”: lo scrive, con una lettera a Repubblica, Nicola Zingaretti, segretario del Partito democratico.
“Il tempo degli slogan dell’odio sta finendo”
“Oggi più che mai – scrive il leader del Pd – appare chiaro che non abbiamo bisogno di odio generato a volte dal rancore e dalla discriminazione, ma di un’Italia che dia opportunità a tutti e tutte. Solo così aiuteremo il nostro Paese a essere più forte, più coeso, e anche più sicuro”.
Per Zingaretti “il tempo degli slogan dell’odio e del cattivismo sta finendo. Noi stiamo costruendo un’altra ipotesi di governo che, rispetto agli slogan e alla ricerca ossessiva del capro espiatorio, mira a mettere insieme tutte le forze migliori del Paese per rafforzare l’intera comunità, non per dividere”.
“Basta smargiassate”
Il governatore del Lazio, quindi, riferendosi probabilmente alla politica ‘aggressiva’ della Lega, fa “un appello accorato ai leader del Governo: basta con le provocazioni e con le smargiassate. Comincino finalmente a governare, perché l’Italia sta già pagando un prezzo enorme. Altro che prima gli italiani. Gli italiani sono i primi a pagare i costi di questa confusione”.
Secondo Zingaretti, “il Governo dell’incertezza continua a tenere immobilizzato il Paese: non fa nulla, oppure fa danni e pasticci. Come con il decreto ‘sbloccacantieri’ o nella gestione confusionaria del dossier sulla Cina. Litigano su tutto. Ora anche su chi debba gestire la sicurezza del Paese”.
“Pesare con cura le parole”
Questo comportamento c’è stato anche sul caso dello scuolabus di Crema (lunedì 25 marzo ci sarà l’abbraccio fra i 51 alunni sequestrati sul pullman da Ousseynou Sy e i carabinieri che li hanno salvati), in cui “abbiamo visto in faccia i pericoli concreti che corriamo”, evidenzia Zingaretti, secondo cui “è il momento della responsabilità” e di “pesare con cura le parole”.
“È in gioco il diritto alla sicurezza di tutti, e quindi occorre avere delle politiche di Governo efficaci sui flussi migratori”, scrive il democratico.
Tra i temi da affrontare, conclude Zingaretti, c’è anche la cittadinanza, che “non può essere un premio che un sovrano elargisce arbitrariamente. La legge sulla cittadinanza fu approvata nel 2015. È chiaro che questo capitolo va riaperto in una strategia nuova di rilancio di un progetto di rinascita italiana”.
Rosy Bindi: Renzi sconfitto più volte
Con un’intervista al Fatto Quotidiano, Rosy Bindi si rivolge proprio al fronte innovatore del Pd: quando si vuole chiudere col passato vanno messi in evidenza gli errori fatti, perché il Partito Democratico non lo ha fatto? Eppure, sostiene Bindi, Renzi e la sua politica sono state sconfitte con il referendum sulla legge costituzionale del 4 dicembre 2016, dalle ultime elezioni politiche e in occasione delle recenti primarie del Pd.
Secondo la Bindi, fino ad un anno fa Presidente della Commissione parlamentare antimafia, è “difficile dire che si volta pagina se non si chiamano per nome gli errori”: alle primarie “c’erano tre candidati: uno già renziano, uno che sosteneva Renzi a spada tratta e uno che del passato non parlava. Non ho votato. Ma sono felicissima del risultato di popolo, della partecipazione, e dell’evidente richiesta che arriva da quella consultazione: ricostruire il centrosinistra. Adesso spero che Nicola Zingaretti possa agire in questo senso”. Nel caso della scuola, sarebbe opportuno ammettere i limiti della Legge 107/2015, peraltro molto contestata prima e dopo l’approvazione.
“Non votai Buona Scuola e Jobs act”
“Il renzismo è stato sconfitto da referendum, elezioni politiche e congresso-primarie del Pd”, ha dichiarato ancora Bindi, che sulla possibilità di tornare a disposizione del partito commenta: “Se ci sarà la possibilità di ricostruire una nuova sinistra andando oltre i confini attuali perché no? Anche perché io non mi pento di aver votato ‘no’ al referendum costituzionale e di non aver votato leggi come il Jobs act, la Buona Scuola e lo Sblocca Italia”.
“Preoccupata per l’attuale Governo”
Sul Governo in carica, Bindi si dice “molto preoccupata. Cosa fosse la Lega lo sapevamo, anche se Matteo Salvini è andato oltre”.
“Ma ai 5 Stelle, forse sbagliando, davo il beneficio di poter essere portatori di innovazione; adesso devo constatare come stiano svendendo l’anima pur di restare al governo”.