Come ha anticipato dal vice direttore Reginaldo Palermo, il confronto sul Pei tra le associazioni che si occupano di disabilità e il ministero non sembra lasciare spazio a una soluzione condivisa.
Nella mattinata del 19 settembre la consulta delle associazioni ha offerto al ministero un compromesso sulla fondamentale questione dei range ossia delle risorse di sostegno da assegnare a ciascun alunno a seconda della gravità della disabilità.
Il decreto, infatti, stabilisce 4 diversi livelli; per la primaria, per esempio, si va da 0-5 ore in caso di “lieve debito di funzionamento delle capacità”, fino a 6-11 ore (debito medio), 12-16 ore (debito elevato) o 17-22 (debito molto elevato).
Le associazioni, che contestano del tutto il criterio dei range, hanno però proposto una mediazione, affermando in sostanza: “Dal momento che il Ministero non intende eliminare i range, per il momento concediamo almeno ai GLO la possibilità di spostarsi di uno scalino sotto o sopra rispetto al range (di ore di sostegno) che automaticamente sarebbe assegnato all’alunno utilizzando il meccanismo attuale. Cerchiamo insomma di concedere un po’ di autonomia ai GLO”.
Di fronte a questa proposta, il Ministero non si è mosso di un millimetro anche perché la questione ha a che fare con le risorse finanziarie da stanziare per garantire una maggiore flessibilità e su questo il MEF ha già chiarito che ci sono vincoli di spesa da rispettare.
E così il decreto correttivo, ammesso che i ministri competenti facciano in tempo a firmarlo entrambi nei prossimi giorni apporterà modifiche minime.
Dovrebbe però andare in porto la disposizione relativa alla possibilità di esonerare l’alunno con disabilità da una parte del curricolo, anche se potrebbe rimanere la riduzione dell’orario di frequenza.
Comunque nel pomeriggio il Comitato tecnico scientifico dell’Osservatorio ha registrato il parere contrario già annunciato e motivato dalle associazioni nella riunione mattutina.
Per il Ministero si tratta di una sconfitta per almeno due ragioni: prima di tutto le associazioni, spesso divise, sono state tutte unite nel dare parere contrario e quindi il fronte si è ricompattato rispetto a due anni or sono quando il ricorso al TAR era stato promosso solo da una parte di esse e osteggiato da un’altra parte; in secondo luogo tutto l’impianto dei nuovi PEI rimane fragile a fronte di eventuali possibili ricorsi per i quali la strada è stata in qualche modo indicata dalla sentenza del Consiglio di Stato come abbiamo già illustrato in un altro nostro articolo.
Il vice direttore, Reginaldo Palermo, sul tema ha intervistato Evelina Chiocca, del direttivo C.I.I.S. – Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno.
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