Sono contenute in una paginetta le motivazioni addotte dal Consiglio di Stato alla decisione di respingere il ricorso del Ministero contro la sentenza del TAR che aveva annullato il decreto 182/2021 e il relativo nuovo modello di PEI.
La decisione del Consiglio di Stato va letta con attenzione, per evitare indebite deduzioni.
Il Ministero, infatti, ha formulato al Consiglio due richieste: annullare la sentenza del TAR in modo da ripristinare il Decreto 182 quindi anche il nuovo PEI, ma anche sospendere immediatamente la sentenza stessa in modo da evitare disfunzioni organizzative alle scuole o danni agli stessi alunni con disabilità.
In realtà il CdS non ha respinto in toto il ricorso del Ministero ma, per il momento, ha solo stabilito che la sentenza del TAR non provoca danni irreparabili e quindi non può essere sospesa.
Il Consiglio si è quindi riservato di esaminare la questione di merito in una prossima seduta calendarizzata per il 25 novembre.
Da alcune osservazioni contenute nel dispositivo di oggi ci sembra però di capire che il Ministero avrà poche possibilità di spuntarla.
“La questione più delicata – sottolinea il CdS – attiene alla propedeuticità delle linee guida sanitarie rispetto alla nuova disciplina”; senza trascurare il fatto che “le linee guida sanitarie non sono state ancora adottate”.
In altre parole il Cds sembra orientato ad accogliere la tesi dei giudici del TAR Lazio secondo cui il decreto 182 doveva essere necessariamente preceduto da un provvedimento del Ministero della Sanità che definisse il nuovo modello di diagnosi delle disabilità.
Peraltro, aggiunge ancora il CdS, “il Ministero con la circolare inviata dopo la sentenza ha comunque dato prime istruzioni per il completamento delle procedure finalizzate all’approvazione dei PEI”; inoltre “il succedersi dei provvedimenti cautelari aventi possibili esiti diversi rischierebbe di determinare maggiori disfunzioni amministrative di quelle prospettate dall’appello”.
In pratica, il Consiglio ritiene che l’eventuale sospensione della sentenza del TAR potrebbe provocare disfunzioni ancora maggiori.
A questo punto non resta che attendere ancora qualche settimana per sapere come evolverà la questione.
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