Il ritmo frenetico della vita di oggi; la velocizzazione dei nostri tempi contamina ogni settore, anche quello scolastico. In pochi anni rivoluzioni e controrivoluzioni sono avvenute nel sistema scolastico italiano con una tale velocità da non dare il tempo, agli interessati, di capire cosa stesse avvenendo. Nuove regole si aggiungono ancora alle tante fissate di recente mettendo da parte modalità, criteri e… persone che li hanno precedute.
La bozza di decreto delegato, attuativo dell’art. 5 della legge n. 53/2004, composto da cinque articoli, illustra il nuovo percorso di formazione iniziale e le nuove forme di reclutamento dei docenti.
In sintesi. Per l’accesso alla professione del docente saranno istituiti corsi universitari di specializzazione a numero chiuso (ciò sostituisce l’attuale percorso formativo all’insegnamento secondario delle Ssis e quello costituito dalla laurea in Scienze della formazione primaria per i docenti della scuola primaria).
In quanto al reclutamento, la bozza di decreto prevede le assunzioni dirette, a termine, e dopo due anni di praticantato. Il vecchio metodo di assunzione attraverso lo scorrimento delle graduatorie permanenti finisce di esistere. Nelle graduatorie non entreranno a far parte nuovi docenti e gli attuali aspiranti all’insegnamento messi "in lista d’attesa" saranno chiamati fino ad esaurimento delle graduatorie stesse. Secondo alcune stime occorrerebbero circa venti anni per il loro esaurimento. Le norme del provvedimento, prevedono, inoltre, che il numero complessivo dei posti disponibili, in base alla futura programmazione triennale sia ripartito nel seguente modo: il 50 per cento agli iscritti nelle graduatorie permanenti; il 25 per cento per i corsi di laurea specialistica e il restante 25 per cento agli idonei dei concorsi a posti e cattedre per esami e titoli.
Contrari alle nuove regole impartite dalla bozza di decreto si sono detti la Cgil-Scuola che accusa il Governo di progettare "un futuro precario per tutti; assunzioni prive di diritti e senza certezze".
La Cisl-Scuola: "La previsione di albi professionali regionali di laureati dai quali attingere per attivare esperienze di tirocinio attraverso un percorso di "praticantato" al termine dei quale si otterrebbe l’immissione in ruolo, non garantisce quelle condizioni di trasparenza, oggettività e imparzialità richieste dall’art. 97 della Costituzione per l’accesso ai pubblici uffici".
Per visionare la bozza del decreto attuativo dell’art. 5 della legge n. 53/2004, consulta "Ulteriori approfondimenti".