Cancellare il nuovo percorso selettivo-formativo che porta al reclutamento introdotto con la Buona Scuola, sebbene il contratto di governo gialloverde non lo preveda: sarebbe questo il disegno nascosto del ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, ovvero riuscire a mettere da parte il cosiddetto Fit, per introdurre al suo posto dei concorsi regionali di stampo leghista.
A denunciare quella che viene considerata molto più che un’ipotesi, con tanto di Atto ufficiale, il n. 3-00058, presentato in VII Commissione a Palazzo Madama, è la senatrice Simona Malpezzi, componente dell’ufficio di presidenza del gruppo Pd, che nell’occasione elenca i motivi che l’hanno portata a questa conclusione.
Prima di tutto, la democratica ricorda che in alcune interviste il ministro Marco Bussetti ha lasciato “intendere che si procederà alla revisione del sistema. Come? Non è dato sapere. Le sue parole sembrano, dunque, anticipare la volontà di riformare il sistema attraverso il bando di concorsi per docenti su base regionale a partire dal 2019, sebbene già ora le procedure concorsuali previste dal decreto legislativo n. 59 siano bandite proprio ‘su base regionale’”.
Ma, sempre secondo la Malpezzi, c’è dell’altro: “il ministro ha detto chiaramente che metterà in “stand by” le due procedure concorsuali che dovrebbero svolgersi nei prossimi mesi e, in tal senso, appare comprensibile il timore dei candidati alla procedura concorsuale ordinaria che i 24 crediti formativi, acquisiti a pagamento presso le università, possano non essere più utili e, insieme, quello degli atenei che, in assenza di una linea chiara, non potranno programmare l’attività didattica dei prossimi mesi per il FIT”.
“E appare, inoltre, comprensibile – continua la senatrice – il timore dei docenti precari con 3 anni di servizio negli ultimi 8 che vedono rinviata, senza alcuna garanzia sui tempi di attuazione, la procedura concorsuale loro riservata”.
La Malpezzi, quindi, si meraviglia del silenzio sul tema da parte dei “grillini”: “Strano – dice – che il M5S non dica nulla al riguardo nonostante, in sede di esame dei pareri sullo schema di decreto legislativo, avesse espresso voto favorevole”.
La senatrice del Pd, infine, ritiene “del tutto evidente che ulteriori ritardi nell’attuazione di quanto previsto, oltre a mettere in difficoltà gli interessati (precari, studenti e neolaureti), creeranno problemi nella copertura dei posti disponibili, con conseguenze negative per gli alunni e per la scuola, e produrranno ulteriore precariato. Ecco perché – conclude – il ministro Bussetti deve dire chiaramente se vuole cancellare il FIT”.
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