Ormai è quasi certo: i 120 milioni di euro messi a disposizione dal comma 2 dell’articolo 1 del D.L. n. 3/2014 per consentire il riconoscimento dello scatto dello Stato.
La norma, infatti, è chiara: per poter essere utilizzati è necessario che il contratto nazionale sugli scatti venga firmato entro il 30 giugno prossimo.
Ma il fatto è che – ad oggi – il tanto atteso atto di indirizzo che dovrebbe dare avvio alla trattativa non è ancora arrivato all’Aran.
E senza questo “pezzo di carta” non si può fare nulla.
In realtà il Ministro Giannini ha già annunciato più volte che l’atto di indirizzo è pronto, tanto che qualche settimana fa, in occasione dell’ennesimo annuncio, i sindacati avevano anche espresso viva soddisfazione.
A questo punto proviamo a fare due conti.
Supponiamo pure che la prossima settimana l’atto di indirizzo venga formalizzato e inviato all’Aran e supponiamo anche che la trattativa si apra immediatamente: saremo comunque arrivati a fine maggio. Diamo per scontato che la firma della pre-intesa avvenga nell’arco di due-tre giorni: saremo ai primi di giugno.
Ma c’è un “piccolo” particolare: quando la legge parla di “conclusione del contratto” non può che riferirsi alla firma definitiva che avviene solo dopo che gli organi di controllo hanno verificato la congruità del contratto stesso.
E bisogna anche aggiungere che gli organi di controllo hanno tempo almeno 30 giorni per registrare il provvedimento.
Insomma: se tutto va nel migliore dei modi, la firma definitiva potrebbe arrivare ai primi di luglio.
E allora?
Nessun problema, la soluzione c’è: per garantire l’attribuzione degli scatti non si potranno più usare i 120milioni di cui parla il D.L. 3/2014 ma sarà possibile decurtare dello stesso importo il fondo di istituto che in tal modo, a partire dal 2014/2015 sparirà del tutto.
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