Questa parziale assenza la fa notare Wired.it secondo cui, se per un verso entrambi hanno discusso delle politiche energetiche (carbone e petrolio), per quanto riguarda invece la politica scientifica vera e propria si è sentito poco, forse perché, come sostengono degli scienziati, la cultura politica americana è sempre più ostile e diffidente verso la scienza. In ogni caso il mondo scientifico è entrato in campo direttamente: preoccupati per il divorzio tra Great Old Party e scienza, e ben 68 premi Nobel hanno pubblicato una lettera aperta per sostenere Obama. Non sono tutti d’accordo però: il venerabile Nobel per la fisica Steven Weinberg si è dichiarato deluso da una presidenza Obama secondo lui ben sotto le aspettative, e ha deciso che non voterà.
Il mondo scientifico ha comunque posto 14 domande chiave su scienza, energia, istruzione e tecnologia ai candidati per la Casa Bianca.
La sintesi la fa Wired.
“Romney esce peggio di Obama da una valutazione del dibattito scientifico (4 a 7, con 3 risposte in parità) perché rappresenta, volente o nolente, un partito che spesso decide esplicitamente di ignorare o distorcere i fatti scientifici (ed economici) su riscaldamento globale, Internet e ambiente – e molte sue risposte lo dimostrano. Obama ha dimostrato una superiore familiarità con i risultati scientifici e consapevolezza dei problemi ambientali. Romney però spesso mette sul piatto dei piani ben più pragmatici e dettagliati di quelli dell’attuale Potus, dando l’impressione che Obama spesso sia più armato di buoni propositi che di piani concreti. Obama insiste sul curriculum positivo nel rapporto con ambiente, scienza e tecnologia in quattro anni di presidenza, ma tende a non volersi sbilanciare sul futuro: un aggrapparsi al passato un po’ deludente per il fu visionario del “yes we can”. “
Sul tema del cambiamento climatico Obama riconosce la gravità della situazione, e giustamente può vantare di aver proposto i primi limiti di legge alle emissioni di CO2, Romney invece toppa clamorosamente e scarica la colpa sulla Cina, affermando che non è un problema suo.
Per gli investimenti nella ricerca, Obama è forte del più grande investimento mai fatto sull’energia pulita: 90 miliardi di dollari che sono però attaccate da Romney per il quale quei soldi andavano investiti in ricerca di base.
In riferimento all’Istruzione Obama è chiaro e preciso. Dichiara infatti di dover preparare 100.000 nuovi insegnanti di scienze e matematica nei prossimi 10 anni, ed è forte sia della sua campagna Educate to Innovate per portare assieme aziende, no-profit e società professionali per migliorare l’insegnamento delle materie scientifiche, nonché il programma Master Teacher Corps appena varato per supportare i 10.000 migliori insegnanti di scienze degli Stati Uniti.
Romney riconosce che c’è molto da fare e scrive un bel po’ di parole su merito e incentivi per all’insegnamento, ma senza indicare nulla di concreto. Però attacca i sindacati degli insegnanti, con ciò dimostrando, aggiungiamo noi, che quando non si hanno argomenti credibili allora si cerca sempre di trovare un capro espiatorio o un bersaglio contro cui scaricare le colpe, e i sindacati sono sempre i più adatti.
Sul tema delle fonti energetiche, Obama le supporta un po’ tutte, mentre Romney ha un programma ambizioso ma improbabile.
Sulla sicurezza del cibo, Obama fa presente di aver rafforzato i controlli dell’Fda sulla sicurezza degli alimenti, e dichiara che sta già lavorando per minimizzare l’utilizzo di pesticidi e antibiotici nella filiera agricola. Romney invece è convinto che la sicurezza e la qualità del cibo americano sia già ottima e che i controlli esistenti siano abbastanza.
Acqua potabile. Obama glissa su alcuni problemi dolorosi, ma è forte di 92 progetti approvati di conservazione delle acque e di numerosi investimenti per garantirne la qualità e le infrastrutture; per Romney invece l’unica proposta concreta è smarcare il controllo delle acque dalle leggi che la regolamentano attualmente
Obama resta sul vago in riferimento a internet e alla pirateria informatica, Romney invece prende la cantonata peggiore, affermando di voler abolire la net neutrality, che Obama ha tutelato nel 2010. Ignorando che è proprio quella la condizione necessaria perché la rete permetta un mercato libero ed equo.
Conservazione dei mari. Pochi piani per il futuro ma sfoggio di successi per Obama, però cita solo di sfuggita il serissimo problema della distruzione delle riserve di pesca che invece Romney affronta di petto dichiarando la necessità di una regolamentazione governativa.
Scienza e politica. Obama dichiara che la politica deve seguire un’agenda basata sui fatti, che si affidi ai dati scientifici senza distorcerli o ignorarli per fini politici. Il che è ottimo, anche se da questo punto di vista Obama non è stato esente da critiche. Romney è d’accordo, e accusa l’avversario proprio di ignorare i dati scientifici a fini politici.
Romney è molto concreto sulla spazio: “Una Nasa forte non ha bisogno di più fondi, ma di priorità più chiare” e dichiara esplicitamente di voler bilanciare missioni scientifiche con progetti di esplorazione; Obama narra di missioni passate (Curiosity) e future (Orion, astronauti su Marte) ma non dà nessun indizio su come ottenere questa visione romantica
Risorse minerarie. Obama punta sul riciclaggio e sul lancio di un hub di ricerca per creare tecnologie alternative, Romney invece vuole sfruttare meglio le risorse minerarie, rendendo più facile aprire nuove miniere.
Vaccini e salute pubblica. Obama mette l’accento sull’accesso alle cure, dichiarando che la sua legge sulla sanità – la famosa Obamacare – rende più facile l’accesso ai vaccini e alla prevenzione per milioni di americani. Ma non fa alcun piano per il futuro. Romney invece è molto chiaro sulla fondamentale utilità delle vaccinazioni, arrivando perfino a citare il concetto dell’immunità di gregge e dichiarando che tutti gli americani devono ricevere vaccini. Inoltre dichiara di voler riportare lo sviluppo di vaccini tra le priorità
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