È obbligatorio adottare tutte le necessarie misure affinché le fruizioni delle prestazioni previste in favore del disabile siano effettive e quanto più possibile esaustive.
Nell’accogliere il ricorso promosso dai familiari di un minore disabile avverso il diniego di definizione del progetto individuale di assistenza ai sensi dell’articolo 8 della Lr n. 14/2008, il Collegio- si legge sul Sole 24 Ore- ha avuto modo di rilevare come già il Dlgs 502/1992, all’articolo 1, chiarisca che il servizio sanitario nazionale debba assicurare, attraverso le risorse finanziarie pubbliche, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza , della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse.
Pertanto, con specifico riferimento al piano educativo individualizzato, una volta riconosciuto il diritto del disabile all’integrazione scolastica e allo sviluppo delle sue potenzialità di apprendimento, ne deriva la necessità per l’amministrazione di erogare le misure di sostegno affinché il disabile possa rimuovere o comunque diminuire le condizioni di handicap, configurandosi la posizione del soggetto affetto da disabilità in relazione all’ottenimento delle prestazioni assistenziali da parte delle competenti strutture in termini di un diritto (sociale) pressoché incomprimibile perché le misure da approntarsi devono essere calibrate ai precipui bisogni dell’alunno affetto da disabilità.
Incombe dunque sull’amministrazione all’uopo attivata, una sorta di obbligazione di risultato che impone alla medesima di adottare tutte le necessarie misure affinché la fruizione delle prestazioni prevista in favore del disabile sia effettiva e quanto più possibile esaustiva.
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