La madre del ragazzo, infatti, annientata dal dolore, ha fatto una dichiarazione che fa riflettere: “Ho affidato il mio unico figlio, sano e in buona salute, all’istituzione scolastica per un’uscita con pernottamento. Mi verrà riconsegnato, cadavere, fra alcuni giorni”.
E in effetti su tutti i docenti impegnati nelle attività di accompagnamento degli alunni nelle gite scolastiche grava un obbligo di diligenza 24 ore su 24 oltre che un obbligo di diligenza preventivo come ha stabilito la Corte di Cassazione (con la sentenza n. 1769/2012), precisando peraltro che i docenti devono anche controllare le singole stanze dove alloggiano i ragazzi, perché se qualcuno si fa male su di loro incombe il rischio di una condanna per il risarcimento dei danni subiti dagli allievi.
Il fatto risale a qualche anno fa, un caso simile a quello di Domenico: una studentessa si era ferita gravemente, precipitando da una terrazza dell’albergo dove alloggiava durante una gita scolastica. I genitori dell’allieva adivano prontamente le vie legali, formulando una richiesta di risarcimento dei danni sia nei confronti del MIUR sia nei riguardi della struttura alberghiera, che contro l’istituzione scolastica. Nell’atto di citazione i genitori della ragazza denunciavano la “mancanza di controllo e di sorveglianza degli alunni da parte del docente accompagnatore e la carenza di sicurezza dell’albergo“.
La domanda risarcitoria era stata respinta in primo e secondo grado, con la motivazione che gli studenti erano prossimi alla maggiore età e dotati “di un proprio senso del pericolo“.
A sentire la successiva sentenza della Cassazione, invece, “proprio perchè il rischio che, lasciati in balia di se stessi, i minori possano compiere atti incontrollati e potenzialmente autolesivi, all’istituzione e’ imposto un obbligo di diligenza per così dire preventivo, consistente, quanto alla gita scolastica, nella scelta di vettori e di strutture alberghiere che non possano, al momento della loro scelta, ne’ al momento della fruizione, presentare rischi o pericoli per l’ incolumità degli alunni“.
Insomma “incombe sull’istituzione scolastica la dimostrazione di avere compiuto controlli preventivi e di avere impartito le conseguenti istruzioni agli allievi affidati alla sua cura e alla sua vigilanza“.
E con chi si identifica, nella fattispecie, l’istituzione scolastica? Naturalmente con i docenti che avrebbero dovuto accertare come dalle camere fosse troppo agevole, per gli allievi in gita, accedere al solaio di copertura, e conseguentemente adottare misure idonee a scongiurare tale pericolo.
Dunque è chiaro: l’iscrizione a scuola e l’ammissione ad una gita scolastica determinano l’instaurazione di un vincolo negoziale, dal quale sorge a carico dell’istituto l’obbligazione di vigilare sulla sicurezza e l’incolumità dell’allievo nel tempo in cui questi fruisce della prestazione scolastica in tutte le sue espressioni, all’allievo compete la dimostrazione di aver subito un evento lesivo durante quest’ultima, mentre incombe all’istituto la prova liberatoria, consistente nella riconducibilità dell’evento lesivo ad una sequenza causale non evitabile e comunque imprevedibile, neppure mediante l’adozione di ogni misura idonea, in relazione alle circostanze, a scongiurare il pericolo di lesioni derivanti dall’uso delle strutture prescelte per lo svolgimento della gita scolastica, e tenuto conto delle loro oggettive caratteristiche; e salva la valutazione dell’apporto causale della condotta negligente o imprudente della vittima, ai sensi dell’art. 1227 cod. civ.
Responsabilità immense per i docenti e l’istituzione scolastica tutta, quasi nessuna per gli studenti e le famiglie. La culpa in vigilando è molto più rilevante dell’eventuale culpa in educando.
Resta quell’immagine del corpo a terra, scattata con un telefonino: in questo modo scioccante gli insegnanti che accompagnavano la classe di Domenico Maurantonio a Milano, hanno saputo della morte del loro allievo. La foto sarebbe stata mostrata da addetti dell’albergo agli insegnanti che si trovavano già nella saletta colazione. Uno dei professori, docente di storia dell’arte, ha avuto un malore ed è stato portato in ospedale.
Basta tutto ciò per chiudere definitivamente con le gite scolastiche?
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