Categorie: Politica scolastica

Obbligo formativo fino alla maturità, d’accordo pure la Commissione Bilancio?

Allungare la scuola dell’obbligo sino alla maturità. A chiederlo è l’on. Francesco Boccia, del Partito democratico. Ma c’è qualcosa che non torna. Vediamo perchè.

Parlando del Family day e dell’importanza dell’Istruzione pubblica, a margine del convegno organizzato a Campobasso dall’Università sulla riforma del Bilancio dello Stato, Boccia ha detto che “è abbastanza vergognoso che in Italia ci sia gente che ritenga la scuola dell’obbligo quella fino alla licenzia media”.

Secondo il parlamentare, la scuola dell’obbligo è tra le priorità degli stati moderni, che devono inserire l’argomento tra i doveri verso le famiglie, unioni civili comprese, a cominciare da “serie politiche fiscali”.

“Ci vuole un po’ di coraggio – ha concluso -. Dovremmo estendere la scuola dell’obbligo alla maturità e coprire con incentivi e sostegni le famiglie che non ce la fanno fino a quando i ragazzi non ottengono la maturità”.

Francamente, fa un certo effetto sentire queste dichiarazioni dell’on. Boccia. Sul loro contenuto, infatti, non c’è nulla di dire. Premesso che si tratta di una proposta più che condivisibile, perché avrebbe effetti positivi sicuramente sulla lotta alla dispersione, come del resto già sperimentato in diversi altri Paesi, va ricordato che non sono di certo di portata innovativa.

 

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Perché ad essersi schierato a favore di un modello formativo obbligatorio comprendente tutto il secondo ciclo, è stato a suo tempo l’ex ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer. E di recente pure qualche sindacato, come l’Anief, che gradirebbe però l’avvio della scuola a 5 anni di età anziché 6.

Quello che appare contraddittorio è il fatto che a “cavalcare” la proposta dell’obbligo formativo per l’intera durata degli studi, sia ora pure il presidente della commissione Bilancio della Camera, quale è l’on. Boccia: appare soprattutto in contro tendenza rispetto al fatto che i vari ddl presentati in Parlamento, tutti sistematicamente arenati per motivi di bilancio pubblico.

Perché l’incremento dell’obbligo formativo comporterebbe un discreto aumento di iscritti, facendo quindi finalmente anche avvicinare l’Italia a quel 10 per cento massimo di abbandoni indicato dall’Ue. In cambio di un incremento di organico: quello che preoccupa proprio le commissioni Bilancio.

 

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Alessandro Giuliani

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