La proposta della ministra Fedeli di portare l’obbligo scolastico a 18 anni, ha raccolto sia consensi che critiche. I sindacati, seppur con qualche condizione, si dicono favorevoli.
Come abbiamo scritto in precedenza, i confederali credono si esprimono in maniera positiva, anche se, come sottolinea Gissi della Cisl Scuola, “non è la priorità, sono più importanti i contenuti. Spero non ci sia la volontà di rimettere in gioco la scuola solo sotto un profilo di facciata”.
Dello stesso avviso Pino Turi della Uil Scuola e Francesco Sinopoli, che come i colleghi di Cisl e Uil però tiene a precisare che sarebbe stato opportuno da parte del Ministro “avviare una riflessione sui cicli scolastici e sui bisogni reali della scuola rispetto agli obiettivi, che sono aumentare l’inclusione e superare le diseguaglianze, missione che peraltro la scuola dovrebbe sempre avere”.
Dello stesso avviso arriva la posizione dello Snals, che tramite il segretario nazionale Elvira Serafini, fa sapere che lo Snals Confsal condivide pienamente la proposta del ministro Valeria Fedeli di portare l’obbligo scolastico a 18 anni”.
“L’innalzamento dell’obbligo a 18 anni – ha aggiunto Serafini – ci trova d’accordo, perché, oltre a rappresentare lo strumento per recuperare quel 15 per cento di studenti che oggi, per tanti e differenti motivi, abbandonano le scuole secondarie, può diventare un’occasione di crescita culturale complessiva del nostro Paese”.
Serafini però avverte che “l’innalzamento dell’obbligo debba passare attraverso una revisione degli ordinamenti e dei programmi d’insegnamento, con l’obiettivo di innalzare la qualità dell’istruzione e della formazione dei ragazzi”.
“Siamo certi – ha concluso Serafini – che la proposta del ministro Fedeli aprirà un confronto positivo nella società civile, che vedrà sicuramente lo Snals Confsal in prima linea con le sue proposte e i suoi contributi, nella convinzione che l’obbligo a 18 anni, se costruito in modo efficace, con un adeguato potenziamento del sistema scuola, a partire dalla valorizzazione del ruolo dei docenti, potrà rappresentare un valido traino anche per aumentare il numero dei laureati, numero che ci vede, oggi, agli ultimi posti tra i Paesi più evoluti”.
Dunque anche lo Snals si associa al coro di SI per quanto riguarda l’obbligo scolastico fino a 18 anni. Adesso bisogna vedere come e se verrà dato seguito alla proposta.
Molti detrattori, infatti, fanno notare una certa incoerenza fra la sperimentazione del liceo breve a 4 anni e l’innalzamento dell’obbligo scolastico a 18 anni, ovvero contestano il fatto di far coesistere una riduzione dell’offerta didattica senza intaccare il livello formativo e l’innalzamento di un obbligo di frequenza scolastica.
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