Le numerose proposte sulla scuola, sulla relativa riforma sistematica e strutturale interessano e contribuiscono al mare di promesse di cui il corpo docenti è oramai saturo ma comunque colmo di speranza. Aumento salariale, mai più precariato, no alle classi pollaio, maggiore tutela e welfare, inizio delle lezioni alle 10 del mattino: sono elementi in bocca a tutti i maggiori esponenti delle forze politiche belligeranti.
Uno tra tutti riguarda l’avvio prematuro delle lezioni della scuola primaria, czon rimodulazione della durata e del ruolo degli asili nido a livello nazionale. La proposta è stata accolta da un pubblico diviso: fischi, plausi, lamentele hanno coronato l’intervento del segretario Pd Enrico Letta, il quale si è pronunciato anche sull’istruzione obbligatoria sino alla maggiore età. La sua idea, accolta tra risate e critiche dalle controparti politiche, è stata “bollata” come folle: eppure si tratta di una impostazione già adottata in altri Paesi dell’Unione Europea. Vediamo come.
Come si evince dal grafico sovrastante, in Francia e in Ungheria la scuola (assetto pre-primario) inizia a 3 anni, uno in più per Irlanda del Nord, Lussemburgo. In Inghilterra, Olanda, Austria, Bulgaria e Repubblica Ceca si comincia a 5 anni. Presso i paesi scandinavi, Estonia inclusa, l’avvio delle lezioni è fissato ad anni 7.
Questa pubblicazione si concentra sulla durata dell’istruzione/formazione obbligatoria in Europa. Evidenzia l’età in cui inizia e finisce la scuola dell’obbligo e distingue le nozioni di istruzione/formazione obbligatoria a tempo pieno e a tempo parziale, pre-primaria e primaria. Le informazioni sono disponibili per 43 sistemi di istruzione europei relativi a 38 paesi che partecipano al programma Erasmus + dell’UE.
Il fine dell’Eurostat è quello di dosare interventi strutturali efficaci proporzionati all’avvio delle lezioni, a chi le frequenta, alle esigenze strutturali per i più piccoli per una didattica più aperta ed inclusiva.
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