Didattica

Obbligo scolastico fino a 18 anni e stop alle bocciature, la ricetta di Giannelli (Anp)

“Noi oggi in una società con scolarizzazione di massa abbiamo bisogno che tutti gli studenti stiano a scuola fino a 18 anni. Questi ragazzi non devono potere essere espulsi: perché? Perché si creano piaghe sociali che vanno dalla devianza minorile al fenomeno dei Neet. Ma soprattutto avere un aumento medio di competenze vuol dire più Pil, quindi avere tanti ragazzi competenti è un imperativo per tutti”. A chiederlo, Antonello Giannelli, presidente Anp, agli Stati generali della Scuola organizzati da FdI.

“Noi abbiamo bisogno di una scuola che non sia solo civic center ma che sviluppi competenze. E dobbiamo superare il problema delle bocciature – dichiara chiamando in causa una recente affermazione della leader di FdI, Giorgia Meloni, che invocava proprio uno stop alle bocciature -. In Finlandia non si boccia nessuno. Ma per fare questo occorre una consistente formazione docenti ed è anche una questione di soldi: l’Italia dedica all’istruzione il 3,5% del Pil, è scandaloso, i Paesi nordici stanno all’8%. Se non si fa questo non si fa nulla. Altro che scuole più adeguate!”

Sul tema delle bocciature, peraltro, il numero uno dell’Associazione nazionale presidi verrebbe contestato da molti dei rispondenti al nostro sondaggio sulle scadenti performance degli alunni, dato che tra le più frequenti argomentazioni dei docenti circa le cause del fenomeno, vi è lo scarso ricorso alle bocciature. Insomma, al contrario di quanto sostenuto da Antonello Giannelli e da Giorgia Meloni, per molti insegnanti bisognerebbe bocciare di più, un obiettivo contrastato proprio dai dirigenti, secondo quanto lamentano gli insegnanti che hanno partecipato all’indagine: i presidi spingono i docenti a promuovere, ci segnala infatti un nostro lettore.

Occorre database delle 400mila aule scolastiche

E vogliamo parlare degli edifici fatiscenti? continua il presidente Anp. “Noi abbiamo lanciato l’idea di una sorta di cabina di regia che sia un database informatico di 400mila classi italiane in cui si sappia che ogni sei mesi è stato fatto un sopralluogo. Ecco, monitorare un database di 400mila campi non è una cosa difficile”.

Il ruolo dei dirigenti scolastici

Quale ruolo per i dirigenti? “Questo Paese – conclude Antonello Giannelli – non si fida dei dirigenti, non si è capito che i dirigenti sono una risorsa strategica”. E torna a battere sull’ipotesi di rendere le scuole anche centri assunzionali: “All’estero il precariato non esiste perché i docenti vengono assunti dalle scuole. Abbiamo un comitato di valutazione nelle scuole che valuta il personale nell’anno di prova, perché non può farlo anche in fase di selezione e assunzione, piuttosto che affidare il reclutamento docenti alle crocette?”

Carla Virzì

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