La campagna elettorale in vista del voto del 25 settembre pare avere messo al centro la scuola. Valentina Aprea, candidata di Forza Italia alla Camera nel collegio plurinominale di Bergamo, contesta i programmi elettorali del Pd di Enrico Letta e del Terzo Polo degli alleati Calenda e Renzi.
In particolare, l’affondo della deputata di Forza Italia va a stoccare sulla proposta di Enrico Letta di estendere l’obbligo scolastico alla scuola dell’infanzia, una proposta contro la quale, in verità, si è espressa anche l’attuale ministra per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna (Azione).
L’obbligo scolastico per la scuola dell’infanzia? “Riporta indietro l’orologio delle riforme del sistema educativo nazionale. Forza Italia si è sempre dichiarata a favore della libertà di scelta educativa e del pluralismo nell’offerta formativa, in linea con i sistemi dei Paesi più avanzati d’Europa e dell’OCSE con cui ci confrontiamo sul piano economico,” ha dichiarato Valentina Aprea. “Per queste ragioni, troviamo quanto meno anacronistico e sicuramente sbagliato prevedere estensioni dell’obbligo scolastico addirittura dalla scuola dell’infanzia e fino al termine della scuola secondaria superiore, che oggi termina a diciannove anni”.
“Continuare a parlare di obbligo in un’età che il PD definisce dei diritti è contraddittorio – continua la deputata – ed esprime il sottinteso statalismo autoritario che si cela ancora nella ideologia da comunismo Novecentesco del PD”. Ancora una volta. una contestazione analoga a quella mossa dalla ministra Carfagna che parla di idea sovietica del segretario dem.
Sì al buono scuola da Forza Italia e dal Terzo polo
Il suggerimento della candidata di Forza Italia è, al contrario, quello di rilanciare il principio della libertà di scelta delle famiglie attraverso buoni scuola per la frequenza a scuole dell’infanzia paritarie.
Sempre il partito di Calenda mostra un’affinità col partito berlusconiano proprio sul tema della libertà di scelta, auspicata anche nel programma a firma Calenda e Renzi, che propongono anche loro il buono scuola e altri strumenti incentivanti, a vantaggio delle scuole paritarie.
“Solo attraverso la libertà di scelta educativa si potranno liberare tutte le energie presenti nelle nostre scuole, statali e paritarie,” leggiamo sul programma del Terzo polo. “Libertà che passa sia dalla compiuta attuazione della parità scolastica, sia da una rivoluzione copernicana nel modo di governare le politiche scolastiche: passare dal concetto di autonomia scolastica a quello di scuole realmente autonome. All’interno del sistema pubblico, spetta alla famiglia scegliere la scuola migliore o i percorsi di formazione per i propri ragazzi; e spetta allo Stato l’imposizione di standard di qualità che definiscano un’offerta qualitativamente uniforme e quantitativamente omogenea su tutto il territorio nazionale, a cominciare dai servizi educativi per l’infanzia. La libertà di scelta educativa va raggiunta migliorando gli strumenti a disposizione e studiandone altri (buono scuola, rimborsi fiscali, costo standard, ecc) con l’intento di consentire a tutti di potere scegliere l’educazione per i propri figli senza ostacoli economici insormontabili. A questo percorso deve sempre corrispondere un sistema di controlli e verifiche ministeriali sul rispetto dei criteri e delle regole nazionali”.