Personale

Obbligo vaccinale, FLC CGIL: dal Ministero pareri imprecisi e approssimativi

Siamo già alla terza nota in pochi giorni sulle modalità applicative dell’obbligo vaccinale per il personale scolastico. Ma i dubbi sono ancora molti e tanta è la confusione in cui i Dirigenti scolastici sono costretti ad operare.

In particolare, l’ultima nota del 20 dicembre ritorna sulla problematica della cosiddetta “infermità”, introducendo ulteriori elementi che, secondo quanto evidenzia la FLC Cgil, risultano inesatti se non addirittura inesistenti sul piano normativo e contrattuale.

Il termine “infermità” – scrive il sindacato – è infatti rinvenibile nell’articolo 17 del CCNL 2006-2009 come sinonimo di malattia e non come istituto a sé stante, come sembrerebbe lasciar intendere la nota. 
Nella nota, infatti, si afferma che non sono soggetti a verifica coloro che “versano nelle condizioni di infermità, previste dalla normativa vigente e certificate dalle competenti autorità sanitarie, che determinano l’inidoneità temporanea o permanente al lavoro”. Ebbene l’inidoneità “temporanea o permanente” – che viene certificata dalle competenti commissioni presso le ASL – può essere inidoneità “a qualsiasi proficuo lavoro” (e non “al lavoro”, espressione che non esiste) oppure inidoneità alle proprie mansioni
”.

In proposito, la FLC Cgil continua sottolineando che, “qualora fosse inidoneità “a qualsiasi proficuo lavoro”, il personale sarebbe dispensato dal servizio senza alcun rapporto con l’amministrazione scolastica.
Invece, in caso di inidoneità (permanente o temporanea) alle proprie mansioni, il personale fruisce dell’istituto contrattuale dell’assenza per malattia oppure è in servizio ed utilizzato, a domanda, in altre mansioni o mansioni ridotte. In quest’ultimo caso – e contrariamente a quanto si afferma nella nota – il suddetto personale, essendo in servizio nella scuola, va certamente sottoposto alle procedure di verifica dell’avvenuta vaccinazione
”.

Da quanto sopra è evidente come ci sia poca chiarezza sulla questione. “Così non si può andare avanti – conclude il sindacato – e diventa non più rinviabile un chiarimento di tipo politico

Lara La Gatta

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