Se gli altri sindacati della scuola si sono limitati criticare l’obbligo vaccinale per il personale scolastico, in vigore dal prossimo 15 dicembre per volontà del Governo, la Gilda degli Insegnanti esprime un giudizio molto pesante. Il sindacalista chiede perché l’obbligo debba scattare per i lavoratori, ma non per gli studenti, considerando anche che, soprattutto nella scuola secondaria, continuano ad essere collocati in gran numero all’interno di in aule spesso di dimensioni piccole, tra l’altro senza nemmeno distanziamento minimo obbligatorio. Tanto da costringerli ad assistere alle lezioni con le finestre aperte anche d’inverno. Il leader della Gilda, inoltre, punta il dito sul mancato monitoraggio e sui trasporti (tutt’altro che potenziati, soprattutto nei grandi centri) che portano gli studenti delle superiori a scuola.
Secondo il coordinatore nazionale Gilda, Rino Di Meglio, “in questa maniera”, introducendo l’obbligo vaccinale per docenti e Ata, “il governo non sta intervenendo sulle vere cause del contagio nelle scuole: due anni di pandemia non sono stati sufficienti all’esecutivo per intervenire sulle classi affollate, sul tracciamento dei contagi e sul problema dei trasporti, l’obbligo per gli insegnanti è semplicemente una foglia di fico. Viene solo tolta la libertà di scelta: l’obbligo vaccinale ci sia per tutti, studenti compresi, o per nessuno”
Nel commentare, ancora, le nuove misure del governo sul fronte scolastico per arginare il Covid-19, Di Meglio ha anche fatto osservare che il suo sindacato è sempre stato “a favore dei vaccini” ma non può non fare osservare “che l’obbligo deciso dal governo nei confronti del personale scolastico” è “discriminatorio nel confronto con altre categorie lavorative, sia pubbliche che private”.
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