Nella scuola non sembra avere avuto forti contraccolpi l’introduzione dell’obbligo vaccinale anti Covid-19. Ma qualche difficoltà c’è stata, soprattutto per i presidi. Nel primo giorno di applicazione della norma, i 50-60mila insegnanti e Ata non vaccinati, come stimato qualche giorno fa in diretta radiofonica, hanno creato qualche problema per le loro sostituzioni.
Tra i non vaccinati, diversi hanno presentato un certificato medico o hanno richiesto brevi periodi di congedo o aspettativa, almeno fino alle imminenti festività natalizie.
Si tratta, sulla carta, di numeri “sopportabili”: in media otto dipendenti non vaccinati per ogni scuola autonoma, ma va considerato che vanno distribuiti per più sedi, quindi in ogni plesso la mancanza di docenti e Ata si riduce mediamente ad un paio di unità.
A confermare i disagi limitati sono stati per primi gli stessi dirigenti del ministero dell’Istruzione: “La piattaforma sta funzionando correttamente e non si registrano criticità. Sono in corso anche i controlli sui dirigenti scolastici attraverso gli Uffici territoriali del Ministero”, hanno fatto sapere da Viale Trastevere.
“Il sistema nel suo complesso ha tenuto – ha detto Antonello Giannelli, presidente Anp – anche ovviamente ci sono istituti in cui si sono registrati maggiori vuoti di organico ed i presidi hanno dovuto applicare la legge scrivendo agli assenti per chiedere loro di mettersi in regola, fornendo entro cinque giorni la documentazione inerente al loro stato. Anche l’app per le verifiche ha funzionato senza problemi“.
Gli “irriducibili”, conferma Giannelli, “sono stimati intorno al 5%, circa 50mila, ma in questo numero è compresa almeno una metà che non si può vaccinare. A molti colleghi” presidi “sono arrivate diffide di avvocati che in modo fantasioso contestano la legge e la modalità di applicazione. Un onere in più per i colleghi che dovranno verificare i vari casi”, ha concluso il numero uno dell’Anp.
Ci sono alcuni territori dove i disagi sono stati maggiori. “Oggi mi sono state riferite situazioni agli antipodi – ha spiegato Teresa Tassan Viol, presidente Anp del Friuli Venezia Giulia -: qualche difficoltà si è registrata a Udine e nella Bassa friulana per l’alto numero di addetti ‘irregolari’, mentre in altre situazioni non c’è stato il minimo problema”.
“Per amore della verità – ha continuato – va ricordato che la maggioranza del personale che non ha adempiuto all’obbligo vaccinale si era già posto in malattia o in aspettativa da settimane”.
Dopo aver dichiarato che “è incoraggiante che molte persone hanno manifestato il desiderio di regolarizzare la propria posizione”, Tassan Viol ha anche detto che “i problemi maggiori riguardano la gestione di alcune segreterie dove il personale è già solitamente ridotto all’osso e anche una sola defezione può creare disagi all’utenza”.
Secondo l’Ansa, in provincia di Pordenone c’è anche il caso di un dirigente scolastico che non ha adempiuto all’obbligo vaccinale e che quindi, da oggi, non può più restare nel proprio ruolo. Si attendono in proposito disposizioni da parte dell’Usr.
Intanto, la disposizione continua a raccogliere consensi a livello politico. “Vaccinare categorie come le Forze Armate, il personale della scuola e quello sanitario è una scelta di buonsenso”, ha detto coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani a Rai News24.
I numeri, del resto, dicono che è bene che la guardia rimanga alta. A Bari e in provincia, ad esempio, il Covid risulta in “netto aumento” nella settimana dal 6 al 12 dicembre rispetto a quella precedente: il team Covid scuole dell’Epidemic Intelligence center della Asl, in soli sette giorni ha intercettato in totale 147 casi positivi, di cui 120 studenti e 27 operatori scolastici.
Intanto, l’Anief ha comunicato di avere presentato al Tar questa notte il ricorso contro l’obbligo vaccinale: l’impugnazione, ha detto il presidente Marcello Pacifico, “riguarda migliaia di insegnanti e Ata, ora aspettiamo una prima risposta alle esigenze d’urgenza” suquella che viene reputata sia “una violazione dei termini di legge e di altre direttive italiane ed europee” sia “un obbligo inutile perché negli ultimi quattro mesi con il Green Pass obbligatorio non è cambiato niente rispetto ai contagi”.
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