Categorie: Politica scolastica

Obbligo vaccini: il Parlamento non sa come funziona la scuola?

Le disposizioni sull’obbligo vaccinale potrebbero incontrare un primo importante ostacolo già fra pochi giorni.

Entro il 10 settembre, infatti, le famiglie dei bambini iscritti alle scuole dell’infanzia statali, paritarie e private dovranno consegnare la certificazione attestante le vaccinazioni effettuate o, in alternativa, una dichiarazione sostitutiva con l’impegno di presentare la documentazione entro il prossimo mese di marzo.
Ora, è del tutto evidente che per poter ottemperare  questo obbligo le famiglie dovranno essere adeguatamente informate al più presto dalle scuole che entro il 20 settembre dovranno trasmettere alle ASL gli elenchi dei bambini non in regola che però nel frattempo non potranno frequentare.
Si dirà: e che ci vuole mai? Basta inviare una mail a tutte le famiglie.
E’ vero, ma è proprio qui che nascono i problemi: siamo sicuri che tutte le famiglie dispongano di un indirizzzo di posta elettronica?
E siamo sicuri che le scuole abbiano già predisposto una mailing list per semplificare l’invio delle comunicazioni?

 

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Il fatto è che la data del 10 settembre è fissata dalla legge e precisamente dall’articolo 5 e quindi disporre una deroga mediante una semplice circolare non è semplice.
A questo punto si pone però una questione molto delicata: le famiglie che, per un motivo o per l’altro, non consegneranno nessuna certificazione o dichiarazione entro il 10 settembre vedranno i loro figli immediatamente esclusi dal servizio?
E fuori discussione che si tratta di un bel pasticcio che si poteva tranquillamente evitare prevedendo scadenze meno ravvicinate. Cosa sarebbe cambiato se il termine fosse stato fissato al 30 settembre, in modo da consentire alle scuole di informare le famiglie dopo l’avvio delle attività didattiche utilizzando un semplice foglio informativo che certamente tutti leggono?
Francamente c’è da chiedersi se i parlamentari e i tecnici delle Camere che rivedono i testi normativi prima che vengano sottoposti al voto definitivo abbiano una mezza idea di come funziona il sistema scolastico italiano.

Reginaldo Palermo

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