Obesità giovanile: la Lombardia tenta la strada del mangiar sano a scuola

Merendine, caramelle e bibite: sono gli alimenti che, sempre più consuetamente consumati sia a casa che a scuola, continuano a far lievitare il numero dei bambini in stato di eccesso di peso. In Italia un bambino su quattro è in questa condizione e il 13% è addirittura obeso. E’ quanto emerge da una ricerca nazionale effettuata su bambini di 8 e 9 anni, ma dalle realtà regionali molto diversificate: in Lombardia i bambini con seri problemi di peso sono solo il 7%, il dato più basso a livello nazionale, mentre il record negativo, del 16%, si rileva in Campania. Una differenza sensibile da ricondursi non solo al dna, ma in buona parte a diversi stili di vita e ad una diversificata condotta alimentare. E dove queste ultime sono più equilibrate e razionali i risultati si vedono. Ma le istituzioni lombarde non sembrano accontentarsi.
Proprio su come migliorare le abitudini alimentari dei nostri ragazzi si è parlato a fine aprile all’auditorium Gaber del palazzo della Regione Lombardia: la sala si è trasformata per l’occasione in un momento di confronto di idee per dirigenti scolastici, docenti, medici, esperti della materia e studenti per ragionare sul concetto di benessere a scuola. L’appuntamento è stato organizzato nell’ambito della “Giornata del Benessere dello Studente”: l’iniziativa prevista del piano nazionale del ministero dell’Istruzione e promossa dall’assessorato all’Agricoltura e dall’Ufficio Scolastico Regionale.
Il concetto del benessere già in tenera età – ha detto Viviana Beccalossi,
Vicepresidente e Assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia deve essere inteso non solo in relazione alla salute, ma a tutto campo. Con il significato di star bene con il proprio corpo, star bene con la propria mente e star bene con gli altri, per crescere insieme e condividere conoscenze, traguardi e valori comuni“.
Per contrastare il problema crescente dell’obesità infantile, la quale è accertato che predispone a malattie importanti come quelle cardiovascolari, l’ipertensione e il diabete, l’Assessore Beccalossi ha lanciato una proposta: “sarebbe buona cosa che, almeno un giorno a settimana, a scuola, come merenda, i bambini mangiassero una mela, una pera o delle carote. Potrebbe essere un segnale importante da trasformare poi in una sana consuetudine. La corretta alimentazione è fondamentale per i nostri figli. Li aiuterà a vivere meglio e guardare al futuro con meno preoccupazioni“.
Di recente diverse associazioni, hanno ribadito l’importanza si fermare la vendita delle merendine e dei dolci nei distributori automatici presenti negli istituti scolastici: un appello pubblico è stato lanciato al Ministero della pubblica istruzione dal Codici, il
Centro per i diritti del cittadino, affinchè “sia inserita, già dalle scuole materne, un’ora settimanale dedicata alla cultura della sana e corretta alimentazione. L’obiettivo – secondo il Codici – è quello di diminuire i rischi di salute legati al consumo in eccesso di merendine, contribuendo alla crescita di cittadini più consapevoli nelle scelte alimentari“.
All’auditorium milanese Gaber, invece, sono stati presentati progetti realizzati da Regione Lombardia e dalle Province di Bergamo, Como, Pavia, Mantova e Cremona sulle tematiche della corretta alimentazione. L’assessorato all’Agricoltura ha colto l’occasione per presentare il Concorso “Alimenta il tuo movimento” riservato alle scuole lombarde e i cui contenuti sono specificati nel sito www.buonalombardia.it.
Insomma, le occasioni per capire cosa e come è meglio mangiare non mancano: ma basteranno tutte queste iniziative a frenare un malcostume alimentare, che non risparmia nemmeno i ragazzi, figlio del consumismo a tutti i costi?
Alessandro Giuliani

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