Secondo il secondo rapporto dell’Ong Helpcode un bambino su tre nella fascia 6-9 anni in Italia è sovrappeso o obeso, il tasso maggiore di tutta l’Europa; si tratta in tutto di circa 100mila bimbi, con una prevalenza dei maschi (21%) sulle femmine (14%): il dato è emerso in occasione dell’Obesity Day che si celebra il 10 ottobre.
A livello globale il numero di bambini di età inferiore ai cinque anni obesi o sovrappeso risulta in costante aumento e ha ormai superato quota 40 milioni, 10 milioni in più rispetto al 2000.
La maglia nera in Italia va ai bambini campani (oltre il 40% sono sovrappeso e obesi), seguiti dai coetanei di Molise, Calabria, Sicilia, Basilicata e Puglia. In pratica si tratta delle regioni del Sud e di quelle con un reddito pro capite scarso.
In contemporanea al rapporto, torna “C’era una volta la cena”, la campagna di sensibilizzazione, con testimonial Claudia Gerini, per contrastare la malnutrizione infantile.
Il policlinico Gemelli di Roma e Johnson and Johnson hanno lanciato invece “Share your light – Oltre l’obesità, storie di nuovi inizi”, una campagna per sensibilizzare gli italiani attraverso i racconti di chi ha affrontata la patologia con successo diffusi attraverso un portale e una pagina Facebook.
Anche gli ospedali scendono in campo fra cui il Bambino Gesù di Roma, che giovedì 10 ottobre mette a disposizione medici e nutrizionisti per illustrare i criteri di una corretta alimentazione. Diversi i messaggi rivolti alle istituzioni.
Inoltre è partita in queste ore la campagna “Io vorrei che”, ideata per stimolare e coinvolgere le istituzioni politiche e sanitarie, nazionali e regionali, a considerare l’obesità come una malattia complessa e implementare iniziative concrete per contrastarne l’incremento, realizzata da IO-Italian Obesity network, Changing Obesity e Obesity Policy Engagement Network (OPEN) Italy.
Anche l’Adi, Associazione Italiana di Dietetica e nutrizione clinica, la sua Fondazione e l’Italian Obesity Network, hanno sottoscritto alla Camera dei Deputati la “Carta dei diritti e dei doveri della persona con obesità”, insieme ad altri 12 firmatari tra società scientifiche, associazioni di pazienti e cittadini, fondazioni e CSR attive nella lotta all’obesità in Italia.
Dunque sembra universalmente accertato che l’obesità è una “malattia potenzialmente mortale, riduce l’aspettativa di vita di 10 anni, ha gravi implicazioni cliniche ed economiche, è causa di disagio sociale spesso tra bambini e gli adolescenti e favorisce episodi di bullismo”.
Come sempre la ricetta è quella di coinvolgere la scuola: “L’obiettivo è quello di portare nelle classi l’educazione alimentare attraverso Progetti obiettivo e di promuovere il più possibile nelle scuole, ma anche negli ospedali, l’uso di prodotti biologi a chilometri zero”.
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