L’obesità tra i giovani dilaga. Preoccupano i dati del Belpaese: come si può agire in classe per favorire un’alimentazione corretta?
La scuola e gli istituti di formazione, come luogo di incontro e divulgazione, hanno l’obiettivo, o l’onore e la responsabilità, assieme alle rispettive famiglie, di contribuire alla formazione non solo culturale, didattica e nozionistica dell’individuo, ma anche educativa. Con tale menzione s’intende, oltre alla partecipazione politica e sociale alla vita collettiva, anche il rispetto di se stessi, mantenendosi in salute, praticando attività sportive e ricreative e alimentandosi correttamente.
A quanto pare il Belpaese non è riuscito a somministrate la buona educazione alimentare all’interno delle scuole e delle famiglie: scarsa sensibilizzazione, limitato interesse e pochi specialisti del settore che collaborano nell’allestimento dei programmi nutrizionali.
I dati recenti pubblicati su un elaborato dell’Istituto Gaslini parlano chiaro: l’Italia si conferma, tristemente, il paese europeo con più bambini in stato di sovrappeso o obesità, valutando il rapporto percentuale tra costoro e la popolazione complessiva e l’incidenza dei dati di Indice di Massa Corporea che ne valutano la gravità clinica. Occorre concentrarsi, in particolare, sui processi d’introduzione, di ridimensionamento e di rafforzamento del piano di miglioramento della nutrizione per i programmi di formazione degli studenti dell’istruzione rurale e obbligatoria.
In Italia il 42% dei bambini tra i 5 e i 9 anni è obeso o in sovrappeso, con un risultato che è il peggiore dell’Unione Europea, dove la media è del 29,5%, e un impatto potenzialmente devastante sulla salute delle giovani generazioni.
Il dato emergente dalle recenti indagine dell’OMS è che i valori per il Belpaese risultano perfettamente collocati nella media europea per gli adulti (58,5 %) di eccesso ponderale. Per i giovani, in particolare quelli nella fascia d’età 7 – 9 anni si registra un 41 % di ragazzi che soffre di patologie legate a sovrappeso e obesità, contro un dato UE assestato al 28 %, mentre per i giovani siti tra i 10 e i 19 anni figura un dato nettamente superiore alle medie (34,5 % contro 10 punti percentuali in medio afferenti alla media UE). Basti pensare che ben 6 adolescenti italiani su 10 non mangiano né frutta né verdura ogni giorno, secondo l’analisi su dati Oms, aumentando così i rischi legati all’obesità e alle malattie ad essa collegate. La scuola ha l’onere, ed onore a sua volta, di educare gli studenti all’alimentazione sana attraverso le diete promosse a scuola ed attraverso i programmi di Scienze Motorie e Sportive che includono elementi di alimentazione e benessere.
L’Unione Europea presenta, nel proprio assetto istituzionale attuale, delle organizzazioni che legiferano in merito alla produzione ed all’alimentazione nel territorio comunitario, Le indicazioni sono ricevute, a livello piramidale, da FAO e WFP, organizzazioni afferenti all’ONU che si occupano in prima linea di equa distribuzione delle risorse alimentari, combattendo la fame nel mondo e promuovendo uno stile di vita sano ed attivo, specie presso le società occidentali. Il sistema alimentare, dalla fase di produzione fino al consumo e agli sprechi, ha un forte impatto sull’ambiente, sulla salute e sulla sicurezza alimentare. La Commissione europea ha presentato in sede parlamentare la strategia ‘dal produttore al consumatore’ con l’obiettivo di costruire un sistema alimentare sostenibile, per salvaguardare la sicurezza alimentare e tutelare i cittadini europei e la natura, nonché di favorire stili di vita e programmi nutrizionali funzionali ad uno stile di vita sano. Ad occuparsi della salute alimentare delle pietanze che vengono servite agli studenti figurano EFSA (European Food Safety Authority) con sede a Parma ed i nutrizionisti che, per conto degli appalti di ristorazione, allestiscono i programmi e le diete settimanale in vigore nelle scuole.
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