Lo abbiamo detto tante volte: occhio ai tipi di massaggi o le immagini inviate tramite chat, facebook e social vari. Qualcuno può sempre appropriarsene per farne un utilizzo distorto e danneggiare l’autore. Il tutto a sua insaputa.
Il caso dell’istituto paritario milanese
La necessità di adottare il massimo delle precauzioni giunge da Milano, dove a causa di alcuni commenti “in libertà” inviati in un chat di classe tra genitori, una madre si è ritrovata la figlia di quattro anni espulsa dalla scuola dell’infanzia dove era regolarmente iscritta. E un altro figlio di due anni depennato dalla lista dei futuri iscritti dell’istituto.
Il fatto che si tratti di un istituto paritario non cambia molto la sostanza: tutto è partito dai messaggi inviati in modo incauto.
“Ma dai, chi vuoi che se la pigli…”
In base a quanto riportato dal Corriere della Sera, la madre aveva postato, nella chat di classe, parole poco “carine” contro la coordinatrice della scuola: “Ma dai, chi vuoi che se la pigli…”.
Qualche altra mamma, inserita nella chat di classe ed evidentemente risentita, ha così provveduto a rendere noto all’istituto il messaggio e da qui sono scaturiti i provvedimenti di “recesso per giusta causa”: la comunicazione alla donna è giunta con una raccomandata redatta da un legale dell’istituto paritario.
Gli avvocati valutano il da farsi
La famiglia dei due bimbi “respinti”, si è quindi rivolta agli avvocati di famiglia, i quali stanno ora valutando il da farsi.
Intanto il deputato leghista Daniele Belotti ha presentato una richiesta di chiarimenti all’Ufficio scolastico regionale “per trattamento ritorsivo e spropositato”.
Purtroppo, nell’era delle chat e di facebook dobbiamo abituarci sempre più a questo genere di circostanze.