La scuola così com’è ora non va: essa va ripensata completamente, va ristrutturata, va riedificata dalle fondamenta perché la legge 107/2015 e le antecedenti e continue riforme non hanno fatto altro che destabilizzare il sistema scolastico creando soltanto confusione e interpretazioni tra le più disparate.
Occorre dire basta con queste continue, noiose, tediose, virulenti riforme del sistema scolastico che, ogni volta, al cambio di ministro, viene smontato e rimontato come se si trattasse di un puzzle.
La scuola è una comunità vivente fatta di persone: dirigenti scolastici, insegnanti, alunni, genitori, soggetti operanti e pensanti e non cose od oggetti inanimati. Il governo Renzi ci ha imposto un modello di scuola calato dall’alto, pensato da coloro che non conoscono affatto i problemi reali del mondo della scuola, ma che li leggono e li interpretano a modo loro sulla base di standard europei e s di indicatori del sistema scolastico mondiale.
La scuola non la fanno i big dell’economia mondiale, non la fanno i giuristi di fama internazionale, non la fanno i giuslavoristi di grande calibro, gli “scienziati” dell’epistemiologia e della docimologia: la scuola la fanno gli operatori che in essa ogni giorno vivono e operano per formare e plasmare le giovani menti per permettere loro di diventare un domani i protagonisti della società.
I veri protagonisti della scuola sono gli insegnanti e gli alunni e solo loro sono i soggetti deputati ad esprimere un parere su come deve essere pensata, ideata e formata la scuola.
Il governo Renzi, se ben si ricordi, quando avviò il discorso sulla riforma del sistema scolastico creando l’eufemismo “Buona Scuola” invitò gli operatori scolastici ad esprimere tramite un questionario sul modello di scuola che si voleva. Un grande maggioranza compilò il questionario, ma questo dopo poco tempo divenne lettera morta. Perché? La risposta risiede nel fatto che non si tenne conto degli elementi e indicatori dettati dagli operatori del mondo della scuola, ma ci si affidò ai grandi luminari dell’economia, della giurisprudenza laureati nelle migliori Università del mondo che valutano il sistema scolastico non dal “di dentro”, bensì dal “di fuori” sulla base di calcoli empirici.
Ebbene, quindi, la scuola va ripensata ex novo, va affidata all’analisi e al lavoro degli operatori del mondo scolastico, gli unici che hanno la facoltà di esprimere il loro pensiero sul come deve essere riformata la scuola italiana.
Nessun altro deve metterci il naso! Bisogna rivedere la scuola media, considerato l’anello debole, bisogna rilanciare l’istruzione classica, bisogna valorizzare la scuola tecnica e professionale, calmierare il reclutamento con nuovi concorsi a cattedra a fronte di una diminuzione delle nascite, problema già presente nelle scuole dell’infanzia e che, nel giro di pochi anni, toccherà gli altri gradi d’Istruzione delle medie e delle superiori, diminuire il numero di alunni per classe evitando la formazione di classi pollaio, rivedere le materie d’insegnamento.
Sono queste alcune delle vere problematiche da affrontare se vogliamo una scuola più adatta ai nostri tempi.
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