Sta avendo effetti pure sulla scuola la “stretta” del Governo, ma soprattutto della Lega e del suo leader Matteo Salvini, “sul rispetto delle regole, delle leggi, delle persone”. Il nuovo corso, aveva spiegato lo stesso leader leghista, sarebbe passato con un incremento della vigilanza, anche per dire “basta con questa vergogna dei ragazzini che aggrediscono i professori”.
È chiaro che un percorso di questo genere non può prescindere dall’adozione di pene adeguate nei confronti di chi agisce contro legge. Anche quando si tratta di ragazzi minorenni.
Rispetto al passato, l’impressione è che si stia agendo in questi termini anche nei confronti degli studenti che hanno occupato gli istituti. Anche perchè, si legge sul sito di Skuola.net al termine di un sondaggio, al termine delle occupazioni studentesche ben il 48% degli istituti sarebbe stato in qualche modo danneggiato nella struttura.
A tal proposito, riportano La Repubblica e il Corriere della Sera dell’11 gennaio, a fronte di 71 studenti, sia maggiorenni sia minorenni coinvolti, sono 23 le posizioni all’attenzione dei pm di Roma in relazione all’occupazione dello storico liceo classico Virgilio della capitale, avvenuta lo scorso autunno.
Le ipotesi di reato sono diverse: variano, in base al ruolo assunto da ogni singolo allievo, dall’invasione di edificio pubblico al deturpamento e imbrattamento, dal danneggiamento all’interruzione di pubblico servizio.
I quotidiani scrivono che in base a quel che trapela dagli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Caporale e dal sostituto Tiziana Cugini, si sono prodotte le cosiddette “elezioni di domicilio” degli studenti maggiorenni (gli altri sono di competenza del tribunale dei minori), anche se non sarebbero state ancora formalizzate le iscrizioni nel registro degli indagati per i reati prodotti.
Va anche ricordato che qualora i magistrati non dovessero individuare profili penalmente rilevanti il procedimento si potrebbe anche archiviare.
Sulla vicenda del liceo romano Virgilio di Roma, si è espresso anche il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti: interpellato dai giornalisti, il titolare del Miur ha tenuto a confermare la linea del rigore e del rispetto.
“Penso che sia giusto e importante ed è un diritto degli studenti manifestare, ma non certo in questo modo”, ha sottolineato Bussetti riferendosi ai danni prodotti dall’occupazione non autorizzata.
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