Una parte consistente dei genitori degli studenti del liceo Virgilio di Roma giustifica l’occupazione dell’istituto superiore capitolino e ritiene che il collegio dei docenti, su iniziativa della dirigente scolastica, abbia sbagliato ad attuare il 2 dicembre la “contro occupazione” silenziosa in piazza Santi Apostoli.
Sempre il 2 dicembre, mentre stava per iniziare un’assemblea degli studenti occupanti insieme ai genitori, una madre ha dichiarato all’Ansa: “Le occupazioni che facevamo noi erano l’opposto rispetto a quelle che fanno i ragazzi oggi. Adesso sono organizzate e costruttive, hanno l’intenzione di migliorare la scuola e il dialogo con la preside che invece si trincera dietro a un muro”.
“Per quanto mi riguarda – ha puntualizzato la donna – sono totalmente contraria a quello richiesto dalla preside” e dal Collegio dei docenti con la “contro occupazione”.
Per la mamma, “la dirigente non apre al dialogo con studenti e genitori e dice, al contrario, che sono i ragazzi a non dialogare con lei. È inadatta al ruolo che ricopre”, perché doveva “parlare di scuola a scuola e non davanti alla prefettura. Se voleva parlare con genitori, poteva convocare l’assemblea in un altro luogo”, dicono.
Anche un papà, che si definisce “dalla parte degli occupanti” si è scagliato contro la posizione della scuola superiore romana: “le punizioni sono ad personam. Ora i ragazzi si nascondono. Si fanno liste di proscrizione e processi agli studenti“.
Le testimonianze non sarebbero isolate: contro le proteste della ds e dei docenti si sono poste “308 famiglie”, che hanno anche sottoscritto una pec.
Durante la “contro occupazione” dei docenti in piazza, alcuni insegnanti hanno giudicato l’operato degli allievi “un mancato riconoscimento della dignità dei professori che rimangono protagonisti di un teatro adolescenziale”.
Un insegnante di matematica ha detto: “noi siamo le uniche vittime dell’occupazione”. E sui bassi numeri della partecipazione alla manifestazione silenziosa per i docenti “nessuno vuole vincere. Non è una gara”. In piazza presenti anche alcuni genitori e tre studentesse contrari all’occupazione.
Dalla parte dei prof si è posto anche il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara: “Il segnale che arriva dal liceo dove studenti, docenti e genitori hanno detto no ad azioni che privano la maggioranza degli alunni del diritto costituzionale allo studio, è di grande importanza civile ed educativa”, ha detto il numero uno del Mim.
“Al posto dello stanco, illegittimo e dannoso rito delle occupazioni i regolamenti delle scuole prevedono il democratico strumento delle autogestioni che può arricchire l’esperienza formativa dei giovani”, ha concluso Valditara.
A porsi fortemente contro le occupazioni degli istituti è stata più volte l’Associazione nazionale presidi: l’Anp, in particolare, ha espresso “pieno dissenso per un’azione che sa di rito stanco e inconcludente, che lede il diritto allo studio della maggior parte degli studenti non aderenti e che si configura inoltre come interruzione di pubblico servizio”.
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